Il Rotary Baradello compie 35 anni
13 Apr 2011
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CONVIVIALE DEL 13 APRILE 2011
La serata di gala per ricordare la fondazione del Club

Nell'immagine: I soci fondatori Gianni Barberi, Damiano Cattaneo e Alberto Longatti con il Presidente Dotti


Ospiti d'onore di rilievo, per la serata che festeggia il 35° della nascita del Club. Al tavolo della Presidenza, oltre ai Soci fondatori Barberi, Cattaneo e Longatti ed al P.G. Federico Mantero, il Governatore in carica Giulio Koch, Marco Milanesi Governatore eletto, Ettore Roche D.G. incaming, l'A.G. Anna Zottola e Alberto Mascetti, Presidente del RC Como.  Ad allietare la serata la flautista Professoressa Cecile Prakker, che già conosciamo in quanto moglie del nostro ex Socio Emilio Brambilla. Tutti presenti anche i Soci onorari, ad eccezione dell'amico Giorgio Luraschi impossibilitato per motivi di salute. Dopo le comunicazioni del Prefetto ed i saluti di Dotti è il Governatore Giulio Koch a prendere la parola, per sottolineare l'importanza dei Club sul territorio e la loro determinante partecipazione alla soluzione dei problemi della Comunità. Il Como Baradello è ormai adulto, ma deve continuare a crescere e per farlo ha bisogno del costante contributo dei Soci "anziani", che costituiscono un enorme patrimonio per la loro esperienza e possono trasmettere alle nuove generazioni di Soci i principi rotariani. La comunicazione come prima risorsa del Rotary, che imposta la propria crescita su tre B, come indicato dal Presidente del Rotary International: better (fare sempre meglio), bigger (ampliare l'effettivo e quindi la capacità di servire) e bolder (più audaci nell'attuazione dei progetti). Una serata con lo sguardo volto al passato ma di augurio per il futuro, per continuare ad operare in maniera eccellente.
Prima di cedere la parola a Longatti, Dotti desidera festeggiare un altro "compleanno": i trent'anni di partecipazione al Club di Giancarlo Venelli e Camillo Vittani, grandi esempi di vita rotariana per tutti.
Alberto ricorda quindi la fondazione del Club: dei Soci originari ne restano ormai solo tre; molti sono rimasti sino alla loro scomparsa, altri se ne sono andati e l'attuale compagine è totalmente rinnovata. Il gruppo costituente gli ricorda "I Lombardi alla prima crociata" o "i cavalieri della Tavola Rotonda", seduti attorno a Re' Artù che dettava le regole: all'inizio fu spaventato, come tutti forse, dal rigore delle regole e dagli ammonimenti severi, ma il timore scemò gradatamente dopo l'impatto con la vita reale del sodalizio. Si rese conto che essere rotariano significava avere un dovere quotidiano da svolgere nel migliore dei modi possibili  e nel contempo godere dei rapporti di convivialità con gli altri Soci. Services quindi, con grandi opportunità di intervento anche a livello internazionale in funzione di un programma che si rinnova ogni anno con il Presidente in carica, ma anche rapporti che si consolidano o nascono con i nuovi Soci. Più avanti negli anni ha scoperto un'identità comune tra i rotariani: gli appartenenti ai Club si somigliano tra loro, non solo perché hanno obiettivi comuni ma anche nel tipo di approccio, sempre cordiale e disponibile. Il Rotary è quindi anche amicizia, scambio di idee, apertura alla conoscenza; una grande opportunità in questa Società che vede le persone sempre più distanti tra loro, con l'odio e l'invidia che scavano abissi. Attorno alla tavola rotonda non un re che detta regole ma persone portatrici di valori antichi che desiderano mantenere,  scambiare e trasmettere ai giovani.
Franco Brenna ha quindi l'incarico di riassumere l'attività di questi ultimi dieci anni, poiché i primi venticinque sono testimoniati dalla pubblicazione a suo tempo realizzata dal compianto Levrini. Una nota di tristezza, nelle sue parole: ora - senza più neanche la mamma - si sente "vecchio" e nei ricordi della vita del Club si staglia inevitabilmente l'ombra "del" Pupi, un Socio un po' ingombrante ma rotariano al cento per cento. Malgrado il "breve" periodo considerato, le iniziative sono moltissime e di grande rilievo: si parte con l'anno di Pomentale, che rafforzò la cooperazione con l'Elisoccorso e ne supportò l'equipaggiamento e poi Lazzarini, con le sue pregevoli pubblicazioni per la Città; Bozzone, con gli aiuti all'associazionismo locale e Capsoni con l'albero di Piazza Volta; Roncoroni con la fontana di Villa Geno e lo stesso Brenna, con il progetto "Salva un bambino" e la Rotary Green way. Pupi scomparse proprio durante il suo anno di Presidenza e forse non è del tutto casuale che i services di Franco siano ancora attivi. E poi Scolari, con una comunicazione all'esterno molto intelligente per far conoscere il Rotary ed uno sguardo particolare verso i giovani e Agterberg, con un progetto internazionale di aiuti in Ghana. Per finire Campisani, un anno di approfondimento sul linguaggio con lo sguardo alla cultura anche cittadina - l'"Isola del razionalismo"- e la raccolta fondi per l'alfabetizzazione e Dotti, che ha realizzato un progetto ambizioso in Israele, riuscendo ad ottenere il finanziamento della R.F. Sono state riattivate anche le "lezioni aperte" e realizzate pubblicazioni per la Città (come la guida del Tempio Voltiano), oltre ad aver organizzato spettacoli fruibili da parte di tutti. Non solo "gambe sotto il tavolo" quindi, ma un Club vitale con un'operatività su tutti i fronti, compreso, non ultimo, il costante supporto assicurato ai giovani del Rotaract, che hanno voluto essere presenti e vicini al Baradello con il  Presidente Stefano Introzzi ed il Vice Guido Galbiati.
A Dotti il Governatore consegna un attestato del Rotary International che vuole ricordare l'importante ricorrenza, annunciando che Roberto sarà assistente del Governatore per il gruppo Lario nei prossimi tre anni.
Per concludere uno spettacolo inconsueto di illusionismo offertoci da Marco Milanesi, socio del R.C. Bollate, che gioca con le carte moltiplicandole all'infinito o indovinando quella "pensata" da Mandio Akuma.
Un ultimo saluto da parte di Marcello Campisani, che lascerà Como con la sua Rosanna per trasferirsi a Paros. Dice di essere diventato finalmente adulto a sett'antanni e, con una prospettiva di vita - almeno nelle statistiche - allungata, ha desiderio di continuare a "volare più in alto", di approfondire la conoscenza,  di mantenere la voglia di vivere. E quale miglior luogo della terra che gli ha aperto gli orizzonti culturali, senza il costante sottofondo di  un mondo ormai pervaso da inutili discussioni.
Ti salutiamo anche noi, Marcello e in fondo ti invidiamo un po', soprattutto  perché sei capace di realizzare un sogno che magari molti di noi inseguono. Buona vita a Paros e quando verrai a Como ci racconterai…

Angela Corengia

 

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