Maggio 1915: i ragazzi di Como vanno alla guerra
25 Mag 2011
rotary_baradello_11_1vittan

CONVIVIALE DEL 25 MAGGIO 2011
Una pagina della prima Guerra mondiale raccontata da Camillo Vittani

Nell'immagine: Giuliano Collina e Camillo Vittani


Conviviale ricca di interventi, che costringe Camillo ad una relazione stringata, con la promessa (minaccia?) di approfondire l'argomento nel corso della sua presidenza.
Apre Dugoni, che ci informa sulle iniziative relative al progetto "Legalità e carcere". In occasione della visita alla Casa circondariale da parte di Nicolò Mannino, lo stesso darà lettura di una lettera che gli ha trasmesso Santino Di Matteo (il collaboratore di giustizia il cui figlio venne ucciso dalla mafia e sciolto nell'acido). Patrizia ne legge qualche brano (il testo integrale è riportato a pagina 9 del bollettino), dando poi notizia che il Club ha finanziato l'acquisto di un riproduttore - con parte dei fondi raccolti lo scorso anno per il progetto alfabetizzazione - e sta collaborando fornendo tessuti per la sartoria attiva nel reparto femminile, che realizza accessori d'abbigliamento.
È poi la volta di Annibale Rossi, Presidente dell'Associazione onlus "Vento di terra", che si occupa di progetti di pace (non "parlando" ma "facendo", sottolinea Rossi) in Israele e nei territori occupati. A questa Associazione verrà consegnato il contributo di 4.000 euro raccolti dal nostro Club, con la finalità di finanziare progetti tesi al recupero dei giovani in campo educativo e sociale. L'Associazione opera anche attraverso l'utilizzo di materiali riciclati, come gli pneumatici utilizzati per la realizzazione di una scuola.
Prende quindi la parola, con il supporto di slides, Eugenio Gandolfi, che vuole portarci la sua testimonianza di un viaggio a scopo congressuale in Arabia Saudita. Nel Paese chi non è mussulmano può entrare solo se invitato e munito di visto appropriato, perché l'Arabia è - anche geograficamente - a difesa della Mecca; non vi sono tuttavia contrasti religiosi, anche se il Cristiano si sente "diverso".
Lo Stato è ricco ed il lusso è la normalità (anche qui però c'è povertà); è governato da una Monarchia che, per effetto della poligamia, controlla con i suoi 5.000 discendenti del Re tutte le attività politico-economiche. La donna araba usa abitualmente il chador (perché la tradizione vuole che nessun uomo che non la possa poi sposare la veda) ed è vietato l'uso di internet. Le rinunce sono quindi pesanti, vissute tuttavia in nome della fede.
Dulcis in fundo Camillo (anzi prima di lui la deliziosa torta che ci ha preparato la nostra Rossella, che ringraziamo auspicando qualche replica), con il suo frammento di storia di guerra che inizia nell'ottobre del 1914 - l'Italia è ancora neutrale - con la nascita, nelle città a ridosso delle Alpi, di comitati per la costituzione di un Corpo Volontari Alpini, da reclutare tra i giovani non ancora in età di leva e tra coloro che non hanno obblighi militari. Lo scopo, attraverso un'istruzione pre-militare, è quello di creare reparti da affiancare all'esercito regolare in caso di guerra. Anche a Como sorge un comitato, rispondono all'appello un centinaio di volontari, quasi tutti studenti, la maggior parte dell'Istituto Tecnico Caio Plinio.
A comandare è chiamato un tenente degli Alpini di complemento, l'avv. Giuseppe Prada. C'è anche un ufficiale medico, il dott. Cesare Orsenigo, assessore al Comune di Como. I volontari non hanno divisa, solo il cappello alpino, dono del Comitato, ed il fucile. Le esercitazioni si svolgono sui monti intorno alla città.
Il 24 maggio arriva l'ordine di formalizzare l'arruolamento e di partire entro tre giorni. Possono partire solo coloro che hanno compiuto i diciotto anni: sono una settantina. Per gli studenti vengono anticipati gli esami: andranno al fronte diplomati. Il 27 maggio si imbarcano sul battello Bisbino che li porta a Varenna; proseguono poi in treno per Tirano e dopo una decina di giorni (ricevono le divise) tornano a Morbegno. Qui incontrano altri volontari provenienti da varie province, e con loro vengono costituite due Compagnie Volontari Alpini del Battaglione Morbegno. Le esercitazioni continuano sino a metà luglio, poi il trasferimento a Bormio.
La situazione nel settore Valtellina vede gli Austriaci al passo dello Stelvio e sullo Scorluzzo (occupati all'inizio del conflitto senza colpo ferire) e poi sulla catena di cime che segnano il confine, dal Cristallo al Cevedale, e gli Italiani in basso dalla 4a cantoniera in giù, poi la Reit, la Val Zebrù sino alla Capanna Milano (ora 5° Alpini), la Valfurva con Santa Caterina, con i Forni e la Capanna Cedec da una parte, e dall'altra la strada e il rifugio del Gavia.
La zona è presidiata da poche truppe, poiché il settore è secondario per ambedue i contendenti. I volontari, all'inizio mal visti dai "regolari" perché considerati fautori dell'intervento e privilegiati, si guadagneranno la loro stima con l'entusiasmo e la partecipazione ad ogni azione di guerra e a tutte le corvè. Mentre i battaglioni regolari vengono alternati nel settore, i volontari rimangono sino quasi alla conclusione del conflitto, diventano esperti alpinisti e conoscitori della zona, arrivando a costituire le pattuglie di punta nelle operazioni d'attacco.
Molti dei ragazzi diplomati chiedono di partecipare al corso Allievi Ufficiali e, nominati Aspiranti, raggiungono i Battaglioni Alpini in ogni parte del fronte, dall'Ortigara a Montenero. Alla fine della guerra più della metà dei Caduti delle Compagnie Volontari saranno Sottotenenti.
In Valtellina poche le azioni belliche: sono colpi di mano, azioni di sorpresa, azioni dimostrative, specie da parte italiana. Il primo scontro, che vede impegnati anche i Volontari, si ha nell'alta Valle di Peio, a nord del Gavia, dove gli Austriaci tengono dei posti avanzati. L'attacco viene respinto, gli Italiani si ritirano con qualche morto. Successivamente riusciranno a distruggere un paio di postazioni nemiche, senza tuttavia occupare la posizione.
Il combattimento più cruento si ha durante un tentativo di attacco alla cima Tucket. Vanificata la sorpresa, gli Italiani sono contrattaccati con mitragliatrici e bombe a mano: muoiono quaranta alpini (la quasi totalità), e i pochi superstiti sono fatti progionieri.
Solo nel 1917 si riesce, da parte nostra, ad occupare varie posizioni avanzate sulle cime intorno alla Milano. Nel frattempo i Volontari contribuiscono a realizzare infrastrutture (strade, teleferiche, corde fisse e scale, postazioni di vedetta) trascorrendo ben tre inverni a oltre 3000 metri di altitudine. Frequenti valanghe e incidenti, turni di guardia a 30 gradi sottozero, equipaggiamento e alimentazione inadeguati provocano numerose vittime, congelamenti e malattie.
Nell'ottobre 1918, quando la guerra sta per finire, la Compagnia Volontari Alpini viene anch'essa inviata sul Piave. Passato il fiume il 27 ottobre, marcia su Vittorio Veneto e poi su, sino a Pieve di Cadore, dove arriva la notizia dell'armistizio.
Mandata di guarnigione a Sesto e al Brennero, nel maggio 1919, quattro anni dopo l'inizio del conflitto, la Compagnia viene sciolta. I ragazzi, quelli rimasti, tornano a casa.

Grande dimostrazione, del nostro Incaming, di velocità di esposizione e capacità di sintesi, pur senza nulla togliere alla cronaca dei fatti. Camillo si merita quindi la consegna dell'acquaforte dalle mani dello stesso Collina: un privilegio che - sino ad ora - non è stato concesso ad alcun Relatore!

Angela Corengia/Camillo Vittani

 

Prossimo Evento


"Il Catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura " Massimiliano Mondelli
Inizio: 08.05.2024, 14:00
Luogo: Dopo le visite alle mostre pranzo conviviale al ristorante Antica Darsena
Visita in S.Pietro in Atrio e Broletto con Massimiliano Mondelli presidente dell'Accademia Pliniana

Calendario Eventi


«   Maggio 2024   »
lumamegivesado
  1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
  

Area Riservata



Bollettini

Segreteria

Lun - Mer - Ven
dalle 9.00 alle 12.00

Rossella Tondù
Tel. 031 264656
segreteria@rotarycomobaradello.it

Riunioni del Club


Tutti i mercoledì non festivi
ore 12:30


Ristorante Antica Darsena
Palace Hotel


Lungo Lario Trieste 16
22100 Como


tel. +39 03123391
fax +39 031303170


Nel caso di riunione effettuata in giorno o ora diversi, l'accoglienza ad eventuali ospiti è garantita dalla presenza di un socio, delegato dal Consiglio.