Il Tricolore in Cucina nel secolo di Pellegrino, in riva al Lario |
15 Ott 2011 | |||
CONVIVIALE DEL 15 OTTOBRE 2011
Nell'immagine il tavolo dei relatori (da sinistra Franco Brenna, Enzo Pomentale, Gualtiero Marchesi, Alberto Longatti e Alberto Capatti)
Forse anche Pupi avrebbe dato la sua approvazione ... Il luogo (la Tremezzina col suo Hotel più rappresentativo); la storia della gastronomia; la festa commemorativa del 50° della Delegazione Lariana dell’Accademia Italiana della Cucina, da lui creata e guidata per oltre quarant’anni ... Sì, anche Pupi sarebbe stato contento , non avrebbe criticato o borbottato…. Nella sala cortesemente concessa dal Grand Hotel Tremezzo, l’attività congressuale si è svolta in modo fluido, sereno e nel pieno rispetto dei tempi previsti dagli organizzatori Franco Brenna ed Enzo Pomentale, successore di Pupi come Delegato della Lariana. Dopo l’apertura dei lavori ed il saluto delle Autorità presenti ( il Prefetto di Como Michele Tortora; l’Assessore della Provincia di Como Achille Mojoli; l’On. Mauro Guerra) il nostro Alberto Longatti ha attratto da par suo l’attenzione della platea sempre più folta, affrontando con accenti stimolanti e anche fortemente polemici, una relazione a tema “I tre colori del (Bel) Paese”. La commemorazione del 150° dell’Unità Nazionale, infatti, era uno dei temi del Convegno. E’ stata poi la volta del Prof. Alberto Capatti – comasco ritrovato – già Docente di Storia della Cucina e della Gastronomia presso l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – Bra (oltre che Docente di Storia della Lingua Francese a Pavia). Il relatore ha letteralmente affascinato gli astanti rammentando Pellegrino Artusi a cent’anni dalla morte – la cui commemorazione era pure motivo del Convegno – rammentandone l’importanza per la nascita di una comunanza nazionale dettata dalla conoscenza delle cucine regionali, presupposto della nascita di una consapevole Cucina Italiana. Nella sua dotta relazione, lo Studioso ha saputo inserire interessanti riferimenti e richiami alla storia della cultura gastronomica lariana e dell’editoria locale, a volte sconosciuti agli appassionati. Seguiva l’ospite più atteso, il “Maestro” Gualtiero Marchesi che dopo aver parlato de “Gli ultimi 50 anni di cucina in Italia” non si è sottratto alle domande anche pungenti degli astanti, in merito alle sue ultime scorribande nel mondo del fast-food, rispondendo da par suo alla simpatica provocazione: “Io non sono un grande Chef, io sono un Artista!” Dopo un piccolo (ma delizioso) aperitivo firmato dall’Artista, unanimemente riconosciuto come pricipale figura della Nuova Cucina Italiana, Enzo Pomentale e Franco Brenna, combattendo la commozione provocata dai tanti ricordi comuni, rievocavano l’uno la figura di GianGiuseppe Brenne, il nostro Pupi, fantasioso ed instancabile promotore del turismo di qualità in Tremezzina oltre che fondatore della Delegazione ora cinquantenne; l’altro la signorile e ricca personalità di Franco Soldaini, grande studioso della cucina (un vero gastrosofo, come l’ha definito Franco) che ci ha abbandonato nei mesi scorsi mentre stava lavorando al libro-diario della sua vita . Una dotta ma vivace relazione del Prof. Giovanni Ballarini, Presidente dell’Accademia Italiana della Cucina (Istituzione Culturale della Repubblica Italiana, si rammenti), giunto per solennizzare il 50° della Delegazione, chiudeva la tornata delle relazioni culturali. Il Congresso si concludeva con la presentazione del nuovo libro di Maria Cristina (Ketty) Magni, prolifica autrice di romanzi storici. L’Autrice ricordava così “Il Principe dei Cuochi”, quel Mastro Martino da Como che dalla metà del XV secolo regge la storica bandiera della Cucina Lariana: un vessillo sempre più lacero, stanco e sbiadito, sempre in attesa di uno zefiro che finalmente lo ridesti a vita nuova. I tre giovanissimi – e bravissimi – nipoti del Maestro Marchesi chiudevano il congresso con un breve ma applauditissimo concerto per violino, violoncello e pianoforte. L’arte in famiglia continua il cammino, sia pure seguendo percorsi diversi e certamente Una giornata dedicata alla Cultura da parte di una Accademia votata alla gastronomia e di un Rotary Club non poteva che concludersi trionfalmente... a tavola. Accademici, Rotariani ed Ospiti si dedicavano con pieno spirito conviviale ad una cena raffinata, a tratti quasi perfetta, anche grazie alla consulenza ed agli interventi di Gualtiero Marchesi. Si chiudeva così la lunga e ricca giornata, con la consegna confusa e gioiosa di premi e ricordi, riconoscimenti allo Chef ed alla sua brigata. Riconoscimenti, premi e, soprattutto un ringraziamento sentito a tutti coloro che si sono prodigati con passione ed entusiasmo per la riuscita del Convegno-Conviviale.
Grazie, una volta di più, a Giuliano Collina che ha impreziosito i pieghevoli e gli inviti del Convegno con il suo “Posto a Tavola” opera che dimostra che l’Arte della tavola non si coltiva soltanto ai fornelli…. Enzo Pomentale
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