Serata natalizia |
14 Dic 2011 | |||
CONVIVIALE DEL 14 DICEMBRE 2011 Nell'immagine il tavolo della Presidenza con Camillo Vittani, Monsignor Isidoro Malinverno, Gianna Ratti, Sergio Lazzarini e Giulio Casati Come ormai da qualche anno a questa parte, festeggiamo il Natale al ristorante del Golf di Montorfano. La serata è l’occasione per vedere qualche socio poco presente (alle conviviali intendo) e alcuni amici, come Antonio Sala, Giulio Casati, Beppe Rossini e Don Isidoro Malinverno. Il saluto è del presidente, con una bella frase di Paul Harris: “l’amicizia è stata la roccia sulla quale è stato costruito il Rotary, la tolleranza ciò che lo tiene unito”. Nel corso della cena, tra il tacchino ripieno e il panettone, Antonio Sala legge un racconto di Natale di Dino Buzzati e dopo il caffè la parola passa a Don Isidoro Malinverno, che ha distribuito un foglio sul quale ci sono due brani del Vangelo di Matteo (capitoli 1° e 2°). Sulla prima facciata la genealogia di Gesù, un lungo elenco di nomi tra cui peccatori e persone immorali: Egli è quindi uomo, con tutti i difetti e le virtù della propria discendenza che comprende tra l’altro quattro donne, benchè la successione avvenisse solo per via maschile. Un ramo vivo, quindi, ma anche malato; lo risana facendosi strada tra debolezze e peccati, testardo, malgrado tutti gli intralci, perché vuole portare salvezza. Il Natale è quindi ottimismo, perché Dio ha “investito” il proprio figlio per riscattare l’umanità intera. Gesù è un caso unico, concepito senza concorso di uomo per intervento diretto di Dio, così come Adamo, per cambiare il modo di essere uomini. La seconda facciata riporta la narrazione della visita dei Magi a Gesù: arrivano da oriente seguendo la stella, quindi sono pagani che vanno verso la salvezza. Gesù è venuto per tutti: per i primi accorsi a vederlo, i pastori (i poveri) e per gli ultimi, i Magi (i ricchi e potenti) che chiudono la scala sociale. Unico assente Erode, che – pur turbato dalla profezia – non si preoccupa di visitarlo. L’augurio finale: Dio è più forte di qualsiasi debolezza e di ogni peccato, bisogna lasciarsi trovare e mettersi in gioco, come ha fatto Gesù che è venuto bambino, piccolo e umile, per cercare Dio e riconoscerlo. È sempre un piacere ascoltare Don Isidoro, che “ruba” solo pochi minuti alla tempistica del programma di Camillo, che ora prevede la consueta tombola di Natale il cui ricavato andrà al Fondo di solidarietà della Caritas. Sul tavolo fanno bella mostra i consueti bei cesti di Gianna Ratti e Roberto Ambrosoli, un coprispalle di pelliccia donato da Gervasini, numerosi premi offerti da Baj, Brenna, Cattaneo, Dotti, Longatti, Peverelli, Scolari e Vittani e infine una collana di perle (Panini) e opere di Canobbio e Collina. Di quest’ultimo anche un multiplo, recuperato dall’archivio di Camillo, “Autoritratto con appetito” (la testa di Giuliano – con forchetta – xeroxriprodotta direttamente) che viene messo all’asta dal bravissimo “banditore” Botto: se lo contendono i medici, con aggiudicazione a Gandolfi. La giovane figlia di Scarrone è la “dea bendata” che provvede alle estrazioni dei numeri: la novità è rappresentata da biglietti rosa omaggiati alle sole signore, con regali tipicamente femminili quali creme, la pelliccia appunto, la stella di natale e altro. Con lo scambio di auguri e il libro donato a tutti dal Presidente si conclude la serata. Grazie a tutti coloro che hanno donato i premi e a Gianluca, che può avere sicuramente un’occupazione alternativa da Sotheby o Christie. Angela Corengia
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