Una vita da designer
21 Mar 2012
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CONVIVIALE DEL 21 MARZO 2012
Giancarlo Venelli si racconta

Nell'immagine: Camillo Vittani e Giancarlo Venelli


La conviviale dedicata a Venelli è anche l’occasione, per lui, di festeggiare con gli amici del Baradello i suoi freschi ottant’anni. Vale la pena di riportare, testualmente, l’affettuosa introduzione alla relazione del presidente Camillo:
“E’ il momento del brindisi. Voi sapete che non sono tanto buono a parlare. Perciò questa volta mi sono scritto il pistolotto.
Giancarlo Venelli, l’eterno giovane del nostro club. Con quella faccia un po’ così, quando ti saluta ti fissa ironico, lo sguardo da furbo dietro gli occhialini da intellettuale, non capisci mai se stia per parlare o se aspetta che sia tu a parlare.
Dinamico, sportivo, giramondo, amante della buona cucina, amato dalle donne (così dicono i suoi biografi), parsimonioso (così dicono i suoi amici) – non questa sera. Padre affettuoso e orgoglioso, creativo geniale, imprenditore accorto. Dei comaschi sa e ricorda tutto, fatti e misfatti. Quasi quanto il Giacomo Colombo suo interlocutore preferito: è bestiale. Dei magnifici sette entrati nel club nel gennaio 1981, lui e io siamo i superstiti. Carissimo Giancarlo, ti piaccia o no, benvenuto nel club degli over ottanta!”
Con la consueta pacatezza prende la parola Giancarlo: ..”Se qualcuno si facesse i fatti suoi..” Ma sorride e guarda orgoglioso al tavolo dove siedono i suoi due fidi collaboratori e i familiari, tra cui i giovani nipoti. E inizia a raccontare.
80 anni d’età, 30 di Rotary, 60 di attività. E’ innamorato del suo lavoro, che lo tiene giovane e lo entusiasma; nessuna voglia di fermarsi, quindi. Iniziò nel 1952 come disegnatore di tessuti, anche con un inaspettato successo. Nel 1956, con il fratello, fondò la Metaltecnica, alla cui guida siede tutt’ora coadiuvato dalla figlia Marina. Iniziano a scorrere le immagini del filmato che illustra l’attività più recente. Nata come azienda di mobili per ufficio, la Metaltecnica ad un certo punto si rende conto di non poter sostenere l’agguerrita concorrenza: “cambia pelle”, quindi, per inseguire l’idea di realizzare sedute  per impianti sportivi. Venelli ricerca il materiale più innovativo, resistente e non infiammabile, e trova il pagholz in Germania, con il quale realizza, nel 1963 a Napoli, gli impianti dei Giochi del Mediterraneo. E’ subito successo, che ha il suo apice con Italia 90, “un colpo di fortuna”, dice Giancarlo, che subito si ricrede: “la fortuna non esiste, tutto sta nel prendere al volo le opportunità”. Dal 1986 inizia a girare il mondo: dal nord Europa - che ha i migliori maestri nella lavorazione del legno curvato e delle scocche – agli Stati Uniti, dove negli stadi usano non semplici sedili ma poltroncine. Disegna e realizza – primo al mondo - un seggiolino da appoggiare ai gradoni, un monoblocco fissato al cemento che verrà poi copiato (molto dopo, precisa Giancarlo) da una trentina di aziende sparse nei continenti. Le immagini vagano tra gli allestimenti realizzati: da San Siro allo Stadio Olimpico, da Genova al San Paolo, dal Palaeur di Roma – in collaborazione con lo straordinario architetto Nervi – al nuovo Auditorium di Piano. E all’estero Lima, lo Stadio nazionale che forse più di ogni altro ama, unico al mondo ad avere attorno appartamenti con vista sull’impianto che, grazie ai 12 colori impiegati per i sedili, da l’impressione di essere sempre pieno. Racconta come si arriva al progetto: ogni idea (le migliori gli vengono in aereo, la notte) è schizzata su quello che capita, anche un tovagliolo di ristorante; poi viene elaborata attraverso una scansione e si realizza un prototipo in legno, passato al cad che ne produce l’immagine tridimensionale. Si perfeziona e alla fine si produce lo stampo di metallo (che pesa circa 20 quintali), si stampa con l’utilizzo di macchine automatizzate e robotizzate e si sottopone il prodotto a prove di resistenza che durano tre mesi.  Le 3 fabbriche esterne che producono per Metaltecnica, tutte italiane e sparse in una ventina di chilometri di distanza dalla sede,  vengono scelte in funzione del tipo di articolo da realizzare; lavorano su 3 turni di otto ore riuscendo a produrre anche mille pezzi al giorno. Qualche aneddoto: una sediolina è stata pensata dopo aver mangiato un ossobuco, osservando quanto l’osso – pulito e messo in tasca – fosse indistruttibile. La ricerca di un materiale analogo è sfociata in un sistema di iniezione di gas, che ha aumentato sino al 90% la resistenza del prodotto. Ciò consente di limitare i danni per rotture, cosa forse poco conveniente per Metaltecnica ma di sicuro interesse per chi impiega il prodotto. Le certificazioni ottenute sono a livello Europeo, con uno standard qualitativo estremamente elevato.
Ancora immagini: il Palavela di Torino, realizzato nel 2006 con Gae Aulenti, con sedili in acciaio che gli hanno procurato molta fama e con l’utilizzo anche di un materiale simile al vetro, indistruttibile, che viene normalmente impiegato per le confezioni di cosmetici. Dagli stadi per il calcio a quelli per il ghiaccio (l’hockey è una grande passione di Giancarlo), ben 9 in Italia; e poi impianti per il tennis  (il Foro italico di Roma), 5 ippodromi e 12 circuiti di Formula uno, compreso quello ecologico e innovativo di Imola.
L’ultima creazione – del 2012 - nasce dall’idea di vedere il sedile come un pc portatile: con un sistema di leve riesce a sfruttare il peso dello schienale che si chiude quando non utilizzato, riducendone lo spessore d’ingombro a 10 centimetri. Ciò comporta significativi risparmi in termini di ingombro, riducendo gli spazi di immagazzinaggio e trasporto; inoltre una volta chiusi i sedili consentono un più agevole defluire del pubblico - anche perché non ci sono spigoli - e può essere utilizzato per tribune “telescopiche”. Il materiale è assolutamente all’avanguardia e non richiede manutenzione. Sempre recente la realizzazione di arredi urbani e di Skybox - nati dall’esperienza di arredo per le navi -, salottini prefabbricati in monoblocco, interamente arredati, che vengono installati ai bordi degli stadi per consentire una visione riservata e comoda delle partite.
Attualmente i prodotti Metaltecnica sono in 64 Paesi è l’Azienda è titolare di 4 brevetti in Italia e 3 in Europa. Nel 2010 Venelli entra a far parte del Gruppo Mondo, azienda leader nel settore degli impianti sportivi con numerosi partners sparsi ovunque: ciò consente di allargare gli orizzonti (che ci sembrano peraltro già vasti) senza perdere la propria identità. Motivo di orgoglio è che Metaltecnica lavora con gli stessi fornitori da trent’anni, una sorta di grande famiglia, ormai.
Numerosi gli interventi: a una curiosità di Baj Giancarlo scherzosamente risponde di aver fatto sedere una metropoli di 5 milioni di abitanti e dichiara a Brenna di essere disponibile per dare una mano per lo stadio Sinigaglia, non con questa amministrazione però. Oltre ai seggiolini (domanda di Pomentale) Metaltecnica ha prodotto mobili per ufficio, innovando l’uso degli spazi con l’introduzione di open-space, produzione abbandonata da tempo. Ricorda a tale riguardo la lunga collaborazione con Antonio Ratti (dal 1963 al 1993), per le cui sedi sparse ovunque e per gli allestimenti delle fiere realizzò gli arredi: godeva della massima fiducia (“avevo carta bianca”) e fu un’esperienza che lo fece crescere anche sotto il profilo umano. Analogo rapporto, se pur più breve, con Enzo Ratti, continuato però poi con Gianna e Michele nella realizzazione della nuova sede.
A Luchini, che chiede se il successo sia la scelta del materiale o il disegno, Giancarlo risponde che la ricerca è sicuramente importante, ma è poi il design italiano a fare la differenza. Scolari vuole rendere omaggio alla figura di grande rotariano di Giancarlo: in questi trent’anni è stato sempre promotore di iniziative efficaci  e tutt’ora vive, come il Fondo pro-handicappati, la Fondazione pro-elisoccorso, oltre ad essere sempre disponibile soprattutto nei confronti delle nuove generazioni.
Apprendiamo poi, su domanda di Capsoni, che un seggiolino può costare attorno ai 20 euro (il tipo più venduto), ma per il nuovo “compact 2012”, che ci ha mostrato in anteprima, alzerà molto i prezzi perché è stato un prodotto sofferto che ha richiesto grande ricerca.
L’amico Tino Tajana vuole ricordare i numerosi interventi di Venelli per la Città, tra cui lo stadio del ghiaccio, la biblioteca e molto altro. Giancarlo ricorda anche il Museo Civico, le bacheche del Tempio Voltiano, la piscina di Muggiò, la Pinacoteca, ma soprattutto sottolinea la fatica di avere il pagamento dei lavori realizzati.
In conclusione un ringraziamento a noi tutti ed uno particolare ad Antonio Capsoni, che l’ha aiutato con i calcoli per Torino.
Il segreto del suo successo? L’idea deve essere sviluppata rapidamente, perché la concorrenza è spietata e bisogna arrivare prima degli altri. E, citando Paolo De Santis seduto vicino a lui: creatività e ricerca. Credere nel progetto e lavorare sodo, perché il lavoro è respiro.
Grande Giancarlo, auguri!

Angela Corengia

 

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