Renato Guttuso e l'Insubria
29 Mar 2012
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CONVIVIALE DEL 29 MARZO 2012
La relazione della Dottoressa Serena Contini per il Gruppo di lavoro insubrico

Nell'immagine: Serena Contini con Beppe Rossini e Camillo Vittani


IN INTERCLUB CON IL RC COMO: RELAZIONE DELLA DOTT.SSA SERENA CONTINI

Renato Guttuso nel centenario della nascita. Suggestioni tra Arte e Risorgimento dalla Sicilia all’Insubria.

Quando è stato annunciato il titolo di questa relazione, diversi di noi si erano domandati cosa c’entrasse Guttuso con il Risorgimento e con l’Insubria.
Serena Contini, coordinatrice scientifica dei Musei Civici di Varese, è brillantemente riuscita a soddisfare la nostra curiosità, stimolando l’interesse per questo artista che in realtà per trent’anni nei mesi estivi ha vissuto e lavorato a Velate, frazione del comune di Varese.
Dunque, brevemente, la relazione.
Renato Guttuso nasce a Bagheria il 26 dicembre 1911, ma viene registrato a Palermo il 2 gennaio 1912.
In famiglia si trova subito immerso in un ambiente intellettualmente vivace. Il padre Gioacchino, agrimensore, è uomo colto e acquarellista dilettante. La madre, Giuseppina d’Amico, si diletta di scrivere, in prosa e in versi.
Ulteriormente influenzato dalla frequentazione degli amici pittori del padre, il giovane Renato a tredici anni inizia a dipingere ed appena diciassettenne partecipa alla sua prima mostra collettiva a Palermo.
Si forma artisticamente prima copiando paesaggisti siciliani, poi eseguendo ritratti originali, in seguito portandosi a Milano e in giro per l’Europa a studiare le correnti figurative contemporanee.
Il Risorgimento. Il nonno Ciro Guttuso fu un garibaldino. Il nipote lo ricorda in una grande splendida tela, ora agli Uffizi, intitolata “Battaglia al Ponte dell’Ammiraglio”, e dipinta nel suo atelier di Roma negli anni 1951-52. Vi è raffigurato, tra i lampi delle camicie rosse, l’impetuoso assalto dei garibaldini protesi alla conquista di Palermo.
Seguono altre opere sulle lotte contadine in Sicilia.
Nel tempo conosce e stringe amicizia con alcuni grandissimi artisti e intellettuali. Da Sciascia a Pasolini, da Moravia a Carlo Levi, da Pablo Neruda, che gli dedicherà l’unica lirica da lui scritta per un italiano, a Pablo Picasso, che egli considerò fin dall’inizio il suo maestro.
L’Insubria. Come arriva Renato Guttuso a Velate?
Nel 1950 sposa a Roma Mimise Dotti, sua fedele compagna e confidente.
Mimise eredita dal nonno una villa a Velate, e i due salgono da Roma per metterla in vendita.
Ma quando si trova in quel giardino appartato e silenzioso Guttuso cambia subito idea. La villa non si vende più, viene fatto costruire accanto un padiglione dalle grandi vetrate, che sarà l’atelier dove lui tornerà regolarmente d’estate per trent’anni a dipingere.
A Velate sono nate tantissime opere, molte ispirate al paesaggio locale. Incantevoli vedute sullo sfondo del Monte Rosa, poi mirabilmente descritte da Giovanni Testori.
Ed anche l’opera forse più famosa, “La Vuccirìa”, del 1974, che notoriamente rappresenta il mercato di Palermo, ben distante dalle atmosfere varesine. Con la curiosità dei collaboratori del maestro che dovettero fare la spola in aereo con Palermo per portare pesci e prodotti sempre freschi da ritrarre dal vivo. O del macellaio di Varese che più volte fece avanti e indietro col quarto di bue a seconda delle esigenze dell’artista.
Velate è ai piedi del Sacro Monte di Varese. Mons. Pasquale Macchi gli fa avere l’incarico per dipingere una parete presso la terza Cappella con “la Fuga in Egitto”, opera che susciterà molte vivaci polemiche. Piero Chiara, nonostante la netta contrapposizione ideologica tra di loro, interverrà per difenderlo.
Il giorno dell’inaugurazione la Città di Varese gli conferisce la cittadinanza onoraria. La stessa che era stata conferita a Garibaldi un secolo prima.
Così il cerchio si chiude.
Interventi: Filippo Arcioni tenta maliziosamente di portare il discorso su Marta Marzotto, ma la relatrice abilmente glissa. Paolo Grandi chiede quale sia il giudizio attuale della critica. Risposta netta: pittore molto amato, ma non da tutti.

Paolo Bozzone

Prima della conviviale interclub, in una sala attigua alle 18.30 si è tenuta la riunione mensile del Gruppo di Lavoro Insubrico, cui hanno preso parte sedici rotariani in rappresentanza dei Club italiani e ticinesi aderenti.
I membri del GLI hanno poi partecipato alla conviviale. Prima che la dott.ssa Contini prendesse la parola, la coordinatrice Lisa Martinenghi, del RC Lugano, introdotta da Filippo Arcioni, ha brevemente illustrato l’attività del Gruppo.
Lo stesso ha fatto, con una visione maggiormente proiettata al futuro, il PDG Cesare Cardani, del RC Tradate, attuale Responsabile Distrettuale per la Rotary Foundation.
Ai GLI partecipano rotariani provenienti dai club presenti sul territorio transfrontaliero della regione insubrica.
Per il Canton Ticino: RC Bellinzona, RC Locarno, RC Lugano, RC Lugano Lago, RC Mendrisiotto.
Per la Lombardia: il Gruppo Lario con RC Appiano Gentile, RC Cantù, RC Como, RC Como Baradello, RC Erba Laghi. E il Gruppo Seprio con RC Laveno Luino, RC Sesto Calende Angera, RC Tradate, RC Varese, RC Varese Ceresio, RC Varese Verbano.
L’attività del GLI è volta a favorire e incrementare i rapporti e la reciproca conoscenza tra i club aderenti, mediante la realizzazione di iniziative e progetti comuni.
Una significativa svolta nella vita del GLI è scaturita dalla felice intuizione di formulare progetti tra due o più club italiani e ticinesi tali da poter essere presentati come matching grants alla Rotary Foundation.
Schematizzando, e semplificando un po’ i passaggi burocratici necessari, l’importo destinato da un club per un progetto, raddoppiato in un primo tempo dal contributo del distretto di appartenenza, risulta alla fine quadruplicato dall’ulteriore raddoppio ad opera della Rotary Foundation.
Sono stati recentemente presentati sei progetti che, partendo da uno stanziamento dei club interessati di circa 24.000 $, avranno complessivamente un valore finale di 108.000 $.
Questi progetti sono rivolti a supportare l’attività di sei associazioni, italiane e ticinesi, che operano in due ambiti ben precisi. Tre nell’assistenza domiciliare ai malati terminali; tre nell’assistenza ai disabili mentali non gravi, con inserimento in una attività lavorativa protetta.
Per il momento il nostro club non è coinvolto in nessun progetto, ma lo sarà quasi certamente in uno dei prossimi.

PB
 

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"Sii te stesso a modo mio" Matteo Lancini e Jacopo Boschini
Inizio: 21.05.2024, 20:30
Luogo: Auditorium Collegio Gallio
Nell'ambito del progetto sul disagio giovanile il Prof. Matteo Lancini dialoga con Jacopo Boschini. Serata aperta alla cittadinanza

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