Sant’Elia a Como cinquant’anni dopo
07 Giu 2012
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CONVIVIALE  DEL 7 GIUGNO 201
Il professor Luciano Caramel e  Alberto Longatti presentano il progetto sponsorizzato dal R.C. Como

Nell'immagine: Vittani con il professor Luciano Caramel e Alberto Longatti


Esordio di Dorian Pessina, prefetto incoming, che sostituisce Gervasini  nelle  presentazioni  di rito.  A Vittani, nella sua duplice qualità di Presidente e “persona informata sui fatti”, il compito di presentare i due relatori, con i quali ha condiviso l’avventura oggetto della serata. “Era il 1962” ricorda “ed ero il gerente della  Tipografia Nani, quando due giovani mi proposero di stampare un catalogo di Sant’Elia.” Ecco spiegato il titolo della relazione: sono passati cinquant’anni da allora e i tre “giovani” si ritrovano per rispolverare il passato e presentare un nuovo progetto. E’ Longatti che apre, ricordando storie di famiglia nelle quali Sant’Elia era stato protagonista; non l’aveva tuttavia conosciuto. Poco apprezzato a Como, l’Artista godeva di buona fama all’estero; su sollecitazione dello scultore Gerolamo Fontana, di Torno, Longatti raccolse i disegni che – grazie ad una raccolta fondi promossa dal pittore Rho – erano stati acquistati dal Comune e andò dall’allora sindaco Gelpi per vedere di fare qualcosa a Como, chiedendo aiuto al neo-laureato Luciano Caramel.
Sant’Elia aveva, pur in pochi anni, prodotto molti disegni, forse presagendo la sua breve vita; non aveva studiato molto (era riuscito a diventare professore di disegno architettonico), ma aveva assorbito l’atmosfera di un’Italia che si stava industrializzando, affascinato soprattutto dalle centrali elettriche, dai tram e dalle nuove industrie che nascevano a Milano. Qui viveva vicino alla centrale di santa Redegonda, la maggiore impresa della città in trasformazione, da cui prese spunto per le sue visioni di una nuova architettura urbana che si sviluppava in verticale su più livelli, con veicoli elettrici e treni, un insieme di nuclei in parte abitativi e in parte industriali. La città era in continua evoluzione e lui ne era testimone. Mentre Longatti parla, scorrono le immagini animate realizzate su disegni di Sant’Elia, un progetto  (reso possibile da un contributo del R.C. Como) realizzato con passaggio da cad a tridimensionale dallo studio BluMade, che ha vinto il bando comunale e il cui rappresentante – Ingegner Marco Pisani – è presente alla serata. L’obiettivo finale è quello di poter esporre in una mostra i disegni, attualmente chiusi nei cassetti della pinacoteca e di creare mezzi di consultazione multimediali da mandare anche in rete. Malgrado qualche difficoltà di ordine burocratico, entro l’anno si dovrebbe avere il completamento del lavoro.  Il nuovo Assessore alla cultura, il Dottor Luigi Cavadini – anch’egli tra gli invitati –, conosce bene le opere di Sant’Elia, in quanto in passato collaborò alla catalogazione delle opere: si confida quindi che possa avallare il progetto in atto.
Prima di passare la parola al Professor Caramel, Vittani sottolinea scherzosamente che anche il R.C. Baradello ha dato il suo contributo, “conferendo” Longatti.
Caramel esordisce ricordando il suo passato rotariano, di cui gli è rimasto lo spirito. La realizzazione del catalogo fu a suo tempo possibile per le sinergie – totalmente gratuite – di chi fece la ricerca delle opere, di alcuni generosi donatori e di Camillo che ne realizzò la stampa.  Fu allestita anche una mostra a Villa Olmo, che negli anni ‘50 era già sede di esposizioni importanti, con un lavoro critico rilevante rispetto all’attività di Sant’Elia e in particolare al suo rapporto con il futurismo. Longatti scoprì in quell’occasione che il “Manifesto dell’architettura” non fu scritto da Sant’Elia; la sua concezione era ancora quella di un Paese sottosviluppato (conosceva appena i grattacieli perché qualcosa era arrivato dall’America). Un futurismo molto personale, quindi, quello di Sant’Elia, fatto proprio dal fascismo che addirittura diede titoli alle sue opere negli anni ‘30. In occasione della mostra – e della pubblicazione del catalogo – fu quindi approfondito anche questo aspetto storico, cambiando anche i titoli di molte opere.
L’idea di realizzare le opere in 3D è venuta a Caramel dopo aver visto quello che Yale ha fatto per Marinetti ed è importante che anche per Sant’Elia si possa fare altrettanto; così come è necessario realizzare una mostra con i disegni di proprietà del Comune di Como, che ne possiede il maggior numero in circolazione: per questo sia Caramel che Longatti presteranno la loro opera a titolo pressochè gratuito.
Su richiesta di Carli Moretti, che apre gli interventi, Longatti riassume poi in breve la vita di sant’Elia, sottolineando in particolare che non aveva alcuna cultura architettonica né ingegneristica: era uomo di grande inventiva con intuizioni geniali; riusciva a realizzare sintesi originali, assorbendo soprattutto dall’estero. Il suo sogno era forse quello di una Milano totalmente nuova, piena di movimento grazie all’elettricità che ne era motore. Non ha avuto il tempo di sviluppare le sue idee, perché – dopo la mostra del 1914 – partì per la guerra. E’ forse questa anche la grande suggestione di sant’Elia: progetti straordinari non realizzati. A questo proposito Caramel osserva che si è discusso sulla fattibilità delle sue opere, anche se una scuola di pensiero idealista (Argan per esempio) definiva queste già realizzate in quanto pensate e disegnate. Non è completamente vero però che siano “utopie”, perché c’è una concezione degli spazi molto leggibile; sarà interessante comunque approfondire il tema in occasione  della mostra che verrà allestita in pinacoteca.
Più che a Batman, come suggerisce Pomentale riferendosi alle immagini, Longatti si rifà a Metropolis, che ha sicuramente molti spunti di Sant’Elia, anche se la degenerazione è poi la trasformazione dell’uomo in macchina.
Ora che almeno due dei “tre giovani” si sono rimessi al lavoro su Sant’Elia, attendiamo la realizzazione dei bei progetti.

Angela Corengia

 

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