NOI, UOMINI E DONNE DEL 118
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Da oltre venti anni, arrivando da cielo e strade, entriamo nelle case, nelle fabbriche, nelle scuole. Raccogliamo il dolore  ovunque si produca, a volte sulle nostre montagne, altre sulle sponde dei nostri laghi. Spesso lo aiutiamo a tornare vita. Diversamente lo accompagniamo, sempre stringendolo a noi, consegnandolo al Mistero dopo lotte estenuanti e parole mai di circostanza.
Abbiamo spesso diviso la nostra paura, la nostra ansia, la nostra gioia con tutti quelli che abbiamo incontrato e che ci hanno aiutato e insegnato sempre molto in una quotidianità mai noiosa.
Siamo consapevoli di non essere scelti ma, con umiltà e convinzione, sappiamo di essere attesi e di rappresentare a volte l'ultima speranza. Siamo consapevoli di poter sbagliare e di non poterci difendere valorizzando la quantità dei pregressi successi.
Abbiamo incontrato tristezze imprevedibili, profonde, laceranti. Ma anche il primo respiro di nuove vite capitate quasi inattese e meravigliose, in una normalità sempre straordinaria.
Siamo diventati forse bravi nel saperci scrollare di dosso il dolore dell'attimo prima per dedicarci, sempre determinati e concentrati, alla successiva sfida.
Abbiamo scoperto progressivamente un universo sconosciuto proprio sotto casa. Quello della povertà, dell'abbandono, della solitudine, delle violenze tra le mura di casa.   I danni definitivi della droga, dell'alcool, della gioventù incosciente e della presunta maturità. Di un'opulenza, spesso solo esteriore, che si accorge di una realtà dura e senza sconti solo quando ne viene investita.
Ogni giorno ci rendiamo conto della fortuna di essere sani, di essere vivi, di avere un tetto, una famiglia, qualcuno con cui dividere le emozioni.
Siamo stati in alcuni paesi del sud del mondo, a volte colpiti da immani sciagure persino peggiori delle quotidiane miserie, per portare qualche cosa del nostro sapere, la nostra solidarietà e tutto il nostro entusiasmo. Siamo tornati più ricchi e consapevoli e, anche in questo caso, abbiamo imparato molto.
Ovunque abbiamo trovato cuori e menti aperte all'accogliere e al dare. Ma anche indifferenza e superficialità specialmente nei tanti spiriti aridi che circondano il nostro quotidiano, la nostra società.
Tanti anni per le strade e in ospedale, tra azzurro e buio, tra neve, vento, verde di montagne, asfalto, polvere, grida, abbracci, sorrisi. Silenzi! Lunghi, terribili, accompagnati da lacrime e non infranti neppure dal rumore dell'elicottero.
Speriamo che la gente ci stia vicino, sia giustamente esigente, impedisca ogni abuso e sostenga le nostre necessità, diventando attenta custode di un servizio che, ogni giorno, vuole inseguire il massimo dell'efficienza senza mai rinunciare al massimo della disponibilità e solidarietà umana.

Mario Landriscina

 

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"Volontari nell'Ucraina in guerra"- Carmelo Pellicano
Inizio: 24.04.2024, 20:00
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Racconti drammatici e una proposta di aiuto serata in interclub con il Rotaract

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