Non è un prefisso telefonico, ma il numero che identifica la cosiddetta "sezione aurea" o "numero d'oro", già conosciuto dai costruttori delle piramidi o dei templi greci: 0,618  è il rapporto tra la lunghezza, la larghezza e l'altezza che definisce l'armonia, costante di tutta l'arte antica e non solo, perché lo si ritrova nel romanico e nel gotico, nella pittura medioevale ed in quella rinascimentale  sino al razionalismo.

Non a caso la bella mostra organizzata grazie al nostro Damiano ed all'Archivio Cattaneo alla Villa del Grumello è stata intitolata proprio così: 0618. Un progetto per l'isola del razionalismo.

Tutto parte dalla volontà di far riemergere dal limbo in cui si trova un edificio di cui non molti, a Como, conoscono il pregio: è l'ex ULI, sede dell'Unione dei Lavoratori dell'Industria, ora occupato dall'ASL. Parliamo di un bene prezioso, per Como, che si pone in stretta relazione con la Casa del Fascio che tutti invece ammirano; il critico americano Kenneth Frampton l'ha definito "la più brillante soluzione dei temi compositivi e tipologici affrontati dai Razionalisti a Como, molti ne studiano ancora le soluzioni innovative progettuali ed il reticolo che la struttura forma."  Per noi è solo.. la Mutua!

L'edificio,  progettato da Cesare Cattaneo (il  miglior allievo di Terragni, secondo Frampton), Pietro Lingeri e Luigi Origoni, è stato edificato tra il 1938 ed il 1943 ed ha purtroppo subito, in epoche successive, interventi che ne hanno snaturato la concezione iniziale.

Nella relazione dei tre Progettisti, che accompagna le tavole originali,  si legge: "L'architettura dell'edificio obbedisce a un desiderio di chiarezza, lontana com'è da una ricerca di lusso qui particolarmente inopportuna ma anche obbediente a quei requisiti di geometrica unità plastica, di solidità ed onestà costruttiva, di distribuzione razionale; che sono tra i bisogni essenziali dell'uomo."

La mostra vuole immaginare la realizzazione di "un'isola razionalista", che accorpi appunto la Casa del fascio all'ULI, riportato alla sua essenziale origine. Gli Architetti Paolo Brambilla, Renato Conti e Corrado Tagliabue hanno dapprima  prodotto un lavoro di analisi e di ricerca sull'edificio, grazie all'associazione Margherita Ripamonti, riassunto nella pubblicazione del quinto quaderno dell'Archivio Cattaneo. Poi ne hanno studiato il recupero,  ben esposto nella mostra attraverso proiezioni virtuali e plastici, dell'intera area e l'utilizzo degli edifici come polo artistico e culturale. Ancora un "Triumvirato"  di Progettisti  che  traccia le linee essenziali dell'intervento, in funzione della destinazione degli spazi (sale espositive, di lettura, auditorium, biblioteca, d'incontro, di ristoro..) e ipotizza soluzioni innovative di "cellule bioclimatiche" interne per non compromettere la perfezione del reticolato: addirittura un solo centimetro di rivestimento esterno nuocerebbe all'armonia dell'edificio.

Un sogno che deve diventare una sfida per la nostra Città .."dormiente", che vanta pezzi irripetibili di cultura senza saperli  valorizzare. Io credo che il nostro Club debba affiancare Damiano, Brambilla, Conti e Tagliabue - e con loro tutti quelli che credono nell'iniziativa, a partire dal nostro Socio onorario Paolo De Santis, che ha voluto ospitare la mostra al Grumello  - perché "l'isola del razionalismo" non rimanga il titolo di una bella mostra.

Angela Corengia