Il primo comasco che ho conosciuto
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Gianni Barberi ricorda Padre Ambrosoli

 

Novembre 1942: terminato il liceo classico al collegio Rosmini di Domodossola, occorreva scegliere fra MEDICINA e POLITECNICO con la sicura destinazione Milano: bisognava arrivarci e non era facile; c'era la guerra, e i mezzi a disposizione erano pochi: qualche treno (carro bestiame) che per fare 60 km impiegava due ore.

Il treno si raggiungeva a Sesto Calende dopo 7/8 km in bicicletta attraverso la campagna, con attraversamento del Ticino su un ponte di barche; giunti alla stazione centrale di Milano si andava a piedi a Città Studi.

Scelta la facoltà (MEDICINA) vado alla prima lezione (CHIMICA): l'aula è semivuota, il 1923 è chiamato a fare il militare.

In seconda fila nell'anfiteatro c'è uno studente tutto solo; mi avvicino e mi presento: "Mi chiamo Barberi e vengo da un piccolo paese ancora senza acquedotto della provincia di Novara, si chiama Varallo Pombia".

Lui mi dice di venire da Ronago (paese per me sconosciuto): era comasco, si chiamava Giuseppe AMBROSOLI, quello delle caramelle al miele. Aggiungo io: "Perchè non ti accontenti di fare le caramelle?" e lui mi risponde: "Alle caramelle ci pensano i miei fratelli, io voglio fare il medico, specializzarmi a Londra in malattie tropicali e poi andare in Africa": questo era il suo programma (poi effettuato) con l'aggiunta della vocazione missionaria successiva con i padri COMBONIANI.

A luglio cade MUSSOLINI, "ma la guerra continua" dice BADOGLIO così che anche  gli studenti in medicina, prima esonerati, devono rispondere alla chiamata militare.

Con Giuseppe Ambrosoli non ci vediamo più, lui ha dovuto andare in Germania per un duro periodo di istruzione militare, terminato solo nel 1945 con tutta una serie di avventure.

A me andò meglio perchè finii alla infermeria dell'aereoporto militare di Cameri (NO) in forza della organizzazione paramilitare TOTD, che concedeva l'esonero militare ai suoi dipendenti.

A Milano non ci eravamo più visti.

Ci ritroviamo al S.Anna (56-57) tutti e due dottori, lui sacerdote.

Al S.Anna operiamo anche insieme (a lui interessava la chirurgia del collo: tracheotomia, tiroide, tumefazioni di varia natura).

Venne anche a cena una sera. Con mia moglie andai poi a Ronago a casa sua, con la speranza di convincerlo a non tornare in Uganda; lui era nefropatico e aveva bisogno di riposo (per lui impossibile).

Lo invito a tenere una relazione al Rotary, lui accetta l'invito ma non riesce a soddisfarlo.

Gli prometto che anch'io sarei andato a Kalongo una volta finito l'impegno con il S.Anna a maggio 1988. Lui però muore prima (1987) e io non vado a Kalongo, che nel frattempo era stata ormai distrutta e bruciata dai ribelli ugandesi.

Chi era Giuseppe Ambrosoli?

Era un medico validissimo, un missionario infaticabile e di umiltà assoluta.

Lui è sepolto laggiù come da suo desiderio.

Gianni Barberi

 

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Luogo: sospeso
La consueta conviviale del mercoledì è sospesa perchè è la festa dei lavoratori

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