Quelli che... non smettono di sognare: da Simpatia alla funicolare
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Non è vero che i comaschi, o almeno tutti i comaschi, non facciano più sogni (l'idea di un'altra funicolare per raggiungere il Monte Croce e la spina verde ne è un esempio); così come non è vero che siano soltanto dei prosaici ed egoisti con l'eccezione di qualche sacca,

qua e là, di solidarietà e di impegno per gli altri. Bisogna stare attenti a giudicare la nostra Como, anche se il clima che si respira è di una esperienza del sempre peggio.

Se si va oltre la superficie, vi sono anche visioni positive che magari non ti aspetti: qualcosa che non appare, che assomiglia al fenomeno che si verifica per effetto della subsidenza creato dalle acque del nostro lago (non si vedono, ma contribuiscono a sostenere le fondamenta di tutte le nostre case), che può convincere del contrario. Voglio dire che potresti restare ingannato dall'apparente volto di città insensibile e chiusa, perché assorbita interamente, nello scorrere frenetico ed inarrestabile del quotidiano, da individuali esistenze dedite a se stesse, e indifferenti all'altro.

Sotto questa patina di esteriorità puoi scoprire che non è così: che c'è dell'"altro", e che qualcuno ancora sogna, e che se più sognano il sogno diventa realtà.

Accade con Simpatia, un'iniziativa nata per felice intuizione di un gruppo di amici (e sognatrice tanto era coraggiosa); portata avanti, agli inizi, per l'incrollabile determinazione di una persona, che qui non nomino, ma che è assai nota: far diventare abili i disabili; tramutare la emarginazione umana e sociale di costoro in un corale ed amorevole convissuto; spezzare la monotonia dell'angoscia o del dolore di ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, in spazi sempre più ampi di serenità.

Iniziativa che si prefiggeva un progetto altrettanto forte, ben raffigurato nella scelta del nome (dal latino sim-patere: sentire insieme), e che si poneva come obiettivo il prendersi cura dei disabili con uno spirito, una volontà e una sensibilità del tutto nuovi: io prendo te, e quindi penso e provvedo a te, disabile, come persona uguale a me, con i miei stessi diritti e desideri, le stesse aspirazioni e le stesse possibilità perché uguale a me; perché insieme abbiamo e dobbiamo condividere l'umano che ci accomuna.

Oggi Simpatia, nella sua sede di Valmorea, su di una collina verdissima poco distante da Como, inanella strutture d'avanguardia con piscina collettiva per disabili e non; sala informatica con ausili tecnologici che permettono una comunicazione alternativa per coloro che a causa di traumi o malattie non possono comunicare con i sistemi tradizionali (Webcam, cybelink ecc.): ausilioteca per poter offrire alle persone disabili l'ausilio più adeguato sia in relazione alla condizione fisica che alle condizioni ambientali di vita quotidiana; fascicolo socio-sanitario-elettronico online per permettere ad ogni professionista di poter consultare i dati che necessitano per visite o esami nella riservatezza prevista dalla legge; telemedicina e telemonitoraggio cardiologico per ridurre disagi e spostamenti degli ospiti. Da ultimo, l'ascensore domotico per permettere di muoversi all'interno della struttura con autonomia.

Attualmente il complesso ospita 28 persone fisse e 12 temporanee. Tutto questo è stato possibile grazie ad un sogno condiviso da alcuni comaschi: imprenditori, professionisti, impiegati e lavoratori, che hanno, come espressione della società civile, sentito l'impegno di una forte generosità e solidarietà, condividendo questo progetto, oggi divenuto una realtà di sussidiarietà vera (con l'apporto finanziario di Regione, Fondazione De Orchi, Fondazione Banca del Monte di Pavia, Fondazione Carialo, Fondazione Comasca). Ma quel che più conta è che è stato raggiunto l'obiettivo: grazie a competenze specialistiche e dotazioni d'avanguardia, che ne fanno una struttura di eccellenza a livello nazionale, oggi i diversamente abili scrivono e dipingono (senza mani); parlano e dialogano (pur senza avere una voce); lavorano e si rendono produttivi per la società (nonostante i deficit fisici); scrivono poesie, sentono musica, interagiscono con le reti informatiche; hanno formato persino un complesso musicale, che si esibisce in pubblico con successo (hanno persino registrato un CD). Una sfida vinta, dunque; ma anche un monito per Como. La città, se vuole non solo sopravvivere ma vivere, deve lasciarsi contagiare da questi suoi cittadini, coraggiosi perché sognatori. La ricetta non vale solo per i disabili che divengono altrimenti abili; è universale, può valere per tutti, compresi i nostri pubblici amministratori.

Purché si abbiano dei sogni, ed i sogni siano condivisi, come è successo per Simpatia.

 

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Cena di Natale alla Casa di Gino
Inizio: 11.12.2024, 12:30
Luogo: Casa di Gino - Via Oltrecolle,36 - Lora (Co)
Si riprende la tradizione con la tombolata per gli ospiti alle ore 11,30 e successivo pranzo nella loro mensa

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