Epilogo di un Progetto e di un'Idea: il recupero del Castello Baradello
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Baradello

Molti, meglio di me, ricorderanno l'origine dell'idea: maturata attraverso i Presidenti Ratti, Pomentale e Capsoni e altri che vedevano nell'illustre monumento comasco lasciato a se stesso, di fatto inagibile e  non valorizzato, un'occasione del Rotary Baradello  per un servizio alla Città.

Definiti gli obbiettivi generali (rendere la torre agibile e fruibile, intervenire con un programma di valorizzazione) gli Architetti del Club, Giuseppe Pierpaoli e Fulvio Capsoni arrivarono alla definizione di un'idea che muoveva  dalla costatazione che il carattere prevalente del monumento, oltrechè storico e simbolico, stesse nella sua forza di continuo rimando visivo con la città:  eccezionale punto di osservazione sulla convalle ed il suo intorno. Per analogia, la continuità funzionale e storico-architettonico sarebbe stata l'essere punto di osservazione conoscitivo sulla città ed il suo territorio; il valore del complesso del Castello, reso rovina dall'esercito spagnolo, non poteva che sostanziarsi  quindi sulla Torre come elemento di maggiore significazione urbana e architettonica.

Torre fortunosamente risparmiata alla distruzione del '500 ma ancora fino al 1903 di fatto rudere: colma di macerie, senza accesso ed impalcati. In occasione del restauro dell'epoca le macerie furono tolte, l'accesso fu ipotizzato come oggi lo vediamo, con una scala ripidissima per un ingresso ad un terzo di altezza (scala più volte rifatta negli anni successivi) e relativo tettuccio di ingresso;  solai in legno costruiti senza particolare criterio storico e collegati anch'essi da ripide scale. I solai  attuali sono degli anni '80: rifatti, aggiunti, rinforzati. Tutti elementi storicamente dubbi ed ipotetici inseriti tra il 1903 e il 1980.

Il progetto di Papà e Fulvio era ampio e di grande forza: rendere davvero fruibile a tutti la Torre, oggi nell'oblio di cittadini e turisti, tramite un nuovo percorso di accesso più dolce e panoramico, un nuovo ingresso al piede e, all'interno, un nuovo sistema di risalita con scale a norma, ascensore per coprire i 30 metri di altezza, impianti a norma, nuovi solai ignifughi traslucidi in vetrocemento, un percorso espositivo ordinato nella "torre del tempo" che portasse alla visione attuale della città sulla terrazza.
Il nuovo intervento sarebbe stato chiarissimo nel dialogo con l'antico e senza indugi nei confronti degli elementi "ambigui" e comunque insignificanti del secolo scorso.
Interventi di recupero di questo tipo non sono peraltro privi di analoghi esempi.

Questo progetto l'ho seguito dal 2002, trascinato dall'entusiasmo che voi ricorderete di papà, che profuse energie e ricerche appassionate sul tema, ed io con lui. Lavorammo insieme a Fulvio ma anche anche all'Ing. Antonio Capsoni per le strutture e all'Ing. Giovanni Moschioni, socio del Club, per gli impianti ed al Geom. Longo, marito della nostra Fulvia.
Il Progetto preliminare, donato dal Rotary Baradello alla comunità, aveva raccolto immediatamente non solo l'apprezzamento dello stesso Club e dei suoi Presidenti ma anche l'adesione del Parco della Spina Verde, Presidente arch. Casati, come gestore, del Comune di Como come proprietario, dell'Amministrazione Provinciale; era poi stato autorizzato dai Vigili del Fuoco e dall'ASL.
Ma soprattutto il progetto aveva ottenuto l'autorizzazione dalla competente Soprintendenza ai beni Architettonici e Monumentali, con la quale era stato verificato, anche nel corso di diversi sopralluoghi, con il Sovrintendente stesso Arch.  Artioli.
Il progetto era riuscito peraltro ad ottenere un importante contributo economico Interreg che ne assicurava la fattibilità sotto il profilo finanziario.

Nel frattempo il progetto, nella sua interezza, era stato pubblicamente presentato alla Città di Como all'inizio del 2005, al "Pirellino", presente, tra gli altri, il Presidente della Società Archeologica Comense, Giancarlo Frigerio, che nella circostanza non manifestò alcuna perplessità. Il giorno seguente il progetto era stato ripreso e illustrato anche dalla stampa locale.

Reso esecutivo ed appaltabile all'inizio del 2006, validato in quanto conforme in tutte le sue parti, a poche settimane dalla gara d'appalto il progetto iniziò ad essere pubblicamente oggetto di forti critiche da parte della locale Società Archeologica Comense. Questo avveniva un anno dopo la presentazione del progetto al "Pirellino" e alla stampa.
All'unisono il progetto veniva inaspettatamente fermato da  richieste di approfondimenti da parte della Soprintendenza Archeologica di Milano, che girò il progetto al Direttore Generale dei Beni Culturali (all'epoca l'Arch. Carla Di Francesco) la quale, pur non arrivando mai a revocare il parere favorevole della Soprintendenza ai Monumenti, espresse riserve finalizzate al mantenimento di ogni elemento della Torre perché storico (finanche i solai e le scale interne del 1980) anche a costo di una non piena fruibilità della Torre stessa; ad esempio il fatto che le scale interne non fossero a norma avrebbe obbligato piuttosto che a un rifacimento di queste "ad una accessibilità alla struttura limitata e regolamentata a 3/4 persone per volta".

I tentativi di trovare una soluzione con la Direzione Generale sono durati oltre un anno e sono stati tutti inutili: anche l'ipotesi mediatrice che era sembrata praticabile di mantenere l'ingresso attuale confermando tuttavia la struttura interna di progetto e l'ascensore non ha trovato seguito. Questa variante aveva invece trovato l'appoggio di Giorgio Luraschi, Socio Onorario del nostro Club e stimato decano della Società Archeologica Comense. Purtroppo due mesi di tentativi per fissare un incontro tra noi del Rotary Baradello con il Presidente della Società Archeologica Frigerio sono stati senza esito (il nostro Franco Brenna, allora Presidente, lo ricorderà).

Nel frattempo il papà se ne era andato; del Baradello non aveva più voluto che gli parlassi da quando si era scoperto ammalato,  chiuso in una silenziosa amarezza.
Questa vicenda alla fine gli aveva opposto un mondo perfettamente contrario a come lui era: leale, franco, diretto, entusiasta, creativo.

Ora la Torre sarà oggetto di pulizia lapidea, manutenzioni varie, arredi e sistemazioni di impianti; Fulvio e Giovanni porteranno egregiamente avanti gli interventi (io ho desiderato e chiesto di non essere partecipe).
Comunque grazie al Rotary Como Baradello, alla determinazione di tanti e di alcuni in particolare, attraverso un progetto ed al reperimento di risorse, oggi si avvia quantomeno un insieme di manutenzioni che erano necessarie.

Di un intervento ampio ed organico, risolutivo dei problemi legati alla fruibilità e alla sicurezza, connotato da una valorizzazione architettonica che avrebbe peraltro reso il monumento di interesse superiore alla dimensione locale, penso che per molti anni non si parlerà più; con rammarico anche per le tante persone che hanno creduto in questo importante  progetto per la Città e sono stati ad un passo dal vederlo realizzato.

Michele Pierpaoli

Nell'immagine: Giuseppe Pierpaoli - Progetto Castello Baradello - Studio Ambientale. 2005

Gli amici del Club in questi mesi hanno letto o sentito notizie sulle vicende del progetto di sistemazione del Castello Baradello. Ad alcuni ho spiegato, al Consiglio ho spesso riferito, ma ora che la vicenda si è sostanzialmente conclusa ritengo doverosa, e per tutti, una restituzione sintetica degli  avvenimenti.

 

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