Proposta di Gorini per ricordare i soci scomparsi
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Vi confesso che da tempo mi soffermo a ricordare amici rotariani che non sono più tra noi. In particolare, la memoria torna a tre di loro che ci hanno recentemente lasciato: Franco Bocchetti, Peppo Pierpaoli e Pupi Brenna. Li elenco in ordine alfabetico per non indurre al sospetto qualche mia preferenza per uno di loro che assolutamente non ho, né voglio avere. Il ricordo di Franco risale ai primissimi anni della mia professione. Con lui ho condiviso molti valori e la sua assenza mi rattrista perché ho la certezza di aver perduto un amico col quale era sempre gratificante confrontarsi. Ma anche Peppo mi manca. La sua trasparenza, la sua bontà, la sua disponibilità offerta con generosità, mi mancano così come il suo sorriso aperto e franco. E che dire di Pupi, con la sua personalità scolpita nel granito, fermo nei principi e saldo nell'amicizia, sempre bonario dopo gli improvvisi lampi di iracondia.

Credo di condividere questi sentimenti con molti di voi e credo anche che voi riteniate con me che senza di loro il nostro Club non potrà più essere quello di prima perché tutti e tre hanno saputo dare un indirizzo di stile e di valori che, loro scomparsi, non sarà facile recuperare.

Il ricordo personale che conservo si accompagna quindi anche al desiderio di far durare la memoria di loro nel tempo, quanto più è possibile. Del resto anche il non credente sa che chi non è più continua a vivere vicino a noi nei nostri ricordi e la sua assenza riguarda il rapporto materiale perché quello spirituale resta intatto, se è alimentato dalla memoria.

Mi piacerebbe, quindi, che il ricordo di questi tre amici possa durare nel tempo tra di noi, almeno fino a quando rimangono in vita coloro che li conobbero e vollero loro bene. Ma come farlo?

Queste riflessioni mi hanno accompagnato negli ultimi mesi e io ho cercato di trovare aspetti della loro personalità che fossero comuni ai tre amici scomparsi. Tanto diversi nel carattere, ma accomunati da non poche virtù. Tutti e tre, per esempio, dotati di uno spiccato senso civico; tutti e tre appassionati per le vicende della nostra città; tutti e tre portati in modo spontaneo e naturale a voler bene al prossimo, sia pure in modi diversi.E allora ho pensato che si potrebbe ricordarli con un'opera di bene a favore di qualche nostro concittadino in difficoltà, veramente bisognoso di solidarietà. Ma solidarietà silenziosa, senza enfasi, perché la buona azione non ha bisogno dell'altoparlante né di patenti di buonismo. Perché la gratificazione personale e non l'enfasi degli elogi deve rappresentare la sola ricompensa. Come era nello stile dei nostri tre amici.Ecco quindi il mio modestissimo progetto.

1) Individuare un piccolo gruppo di amici del Club (3, 5 persone al massimo) le quali scelgono ogni anno (o quando ne dovesse capitare l'occasione) un soggetto (persona, famiglia, ente) effettivamente bisognoso di aiuto alla quale donare ciò di cui può veramente necessitare (denaro, opere, ecc.).

2) La partecipazione al "comitato" è assolutamente informale. Si entra e si esce senza formalismi.

3) Questo "comitato" raccoglie le risorse (denaro, opere, ecc.) tra gli iscritti al Club (ma non solo tra loro) e rende conto dell'erogazione fatta, indicandone i motivi.

4) Chi lo ritiene opportuno può segnalare casi di disagio al "comitato" il quale si attiverà per i relativi controlli.

5) Un'informale riunione tra i partecipanti sceglierà il soggetto destinatario della nostra iniziativa.

6) La donazione sarà fatta a nome dei nostri tre amici scomparsi, nel modo più discreto.

7) Deve essere esclusa ogni forma di burocrazia e di ufficialità. Al massimo, un componente del comitato relazionerà gli amici del Club sull'iniziativa realizzata.Sento dire, talvolta, che anche nella nostra città si registrano casi di profondo disagio, non soddisfatto ne dagli enti pubblici preposti a queste necessità ne dalle molte organizzazioni di volontariato che costituiscono una delle risorse, a mio avviso, tra più belle della nostra collettività.

Mi rendo conto di non offrirvi un progetto ne originale ne grande ma sono spinto a proporvelo dalla speranza che forse sarebbe approvato anche dai nostri tre amici. Non avrei molti dubbi sulla risposta positiva di Peppo e Pupi. Franco, probabilmente, mi direbbe: " Mi sembra una gran c. e tu sei il solito idealista. Ma io ci sto!".

Voi cosa ne pensate?

Renzo Gorini

 

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