| I progetti dell'Università dell'Insubria |
| 07 Mag 2025 | |||
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RIUNIONE DEL 7 MAGGIO 2025
La relazione della Rettrice Maria Pierro
Nell'immagine: Giulio Casati, Umberto Piarulli, Eugenio Roncoroni, Maria Pierro, Alessandro Fermi e Luca Levrini La professoressa Maria Pierro è Rettrice dell’Università dell’Insubria dal 2024 (e sino al 2030) ed esordisce, dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, presentando l’Ateneo, che offre una formazione di qualità in tutti gli ambiti del sapere ed è radicato sul territorio con sedi a Varese, Como e Busto Arsizio. Ne illustra brevemente la genesi: nasce con qualche resistenza sul territorio (sia a Varese che a Como) e si sofferma in particolare sul polo di Como, che noi abbiamo vissuto sin dall’inizio attraverso Giorgio Luraschi e Giulio Casati, definendolo un “progetto illuminante. La comunità accademica è in continua espansione, sia per l’offerta formativa che per la qualità della ricerca, i cui esiti si riversano sul territorio. Fornisce una serie di dati sui corsi di laurea, sui dottorati e le scuole di specializzazione; importanti sono poi gli accordi con Erasmus e con altri Atenei, con progetti di ricerca prestigiosi. La popolazione studentesca conta circa 12.000 iscritti, tra loro, sempre più numerosi quelli con cittadinanza estera. L’internazionalizzazione è un obiettivo incentivato, anche grazie ad aiuti economici che sono tra i più alti in Italia. Un esempio di eccellenza è il dipartimento di Economia, che ha ottenuto 5 milioni di euro come riconoscimento per la propria qualità scientifica. L’Università ha stretto alleanze con il territorio, tra l’altro collaborando con Como Next, per rafforzare l’interazione tra il mondo accademico e quello produttivo: offre soluzioni avanzate per l’innovazione tecnologica e il miglioramento dei processi produttivi, promuovendo attività di ricerca e realizzazioni di progetti avanzati. L’ottimo rapporto con le Istituzioni e gli Enti territoriali induce ad essere fiduciosi su uno sviluppo sempre maggiore in termini di offerte formative. Con Fondazione Volta (Luca Levrini e Giulio Casati fanno parte del comitato esecutivo), l’Università vuole contribuire a realizzare un evento importante per le celebrazioni voltiane. Conclude auspicando che il Rotary e l’Insubria possano continuare a collaborare sotto molteplici forme, favorendo un impatto positivo, duraturo e di valore per la crescita del territorio. Interviene quindi Alessandro Fermi, Assessore regionale all’Università, Ricerca e Innovazione, sottolineando quanto Insubria, che ha avuto il coraggio di investire in provincia, sia un’eccellenza nel panorama lombardo: continua a implementare l’attività raggiungendo grandi capacità attrattive, anche per i ricercatori, dall’estero. Pomentale ricorda l’appassionato impegno di Giorgio Luraschi e Pierro – che lo ebbe per professore – ne condivide l’indiscusso ruolo per la nascita del Dipartimento di Giurisprudenza a Como. A Brenna, circa l’utilizzo del vecchio Sant’Anna, Pierro non esclude che vi potrebbe essere attivato un corso di Medicina in inglese, probabilmente localizzato a Como. Si sta tuttavia progettando di ristrutturare l’aula magna di Via Castelnuovo e le zone limitrofe, quindi è ancora prematuro fare ipotesi. Condivide poi l’idea di Mondelli di una maggior informazione alla Città (con Lezioni aperte per esempio) per consapevolizzare circa il ruolo dell’Università sul territorio: ricorda che Como ha rifiutato Economia che è andata a Varese. Interviene quindi il Prorettore professor Umberto Piarulli, ringraziando per gli stimoli che ha raccolto dagli interventi dei soci: l’auspicio di Brenna che i giovani restino poi a Como si sta verificando, con il rientro di ricercatori dall’estero. Incontrare la Città è fondamentale, soprattutto per “comunicare” la scienza. C’è un turismo scientifico importante che fa capo a Villa del Grumello e da lì si può partire per creare momenti di informazione, approfittando anche degli eventi voltiani. Conferma Luca Levrini: c’è una parte immateriale dell’Università che è il sapere, che stimola curiosità e produce cultura. Aprire sant’Abbondio ai cittadini potrebbe essere un’occasione, anche senza necessità di organizzare eventi: basta entrare e osservare. Angela Corengia
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