Il progetto CAOS sul disagio giovanile
09 Apr 2025

 

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RIUNIONE DEL 9 APRILE 2025


Valerie Moretti e Laura Fasani presentano i risultati del questionario per il disagio giovanile


Nell'immagine: Nicoletta Roperto, Elisa Poletti, Daniele Roncoroni, Laura Fasani, Valerie Moretti, Maria Grazia Sassi, Alfredo Caminiti


Siamo ai risultati del progetto CAOS, frutto dell’elaborazione dei dati raccolti attraverso gli oltre 2400 questionari distribuiti nelle scuole, rielaborati da Minotauro.

Valerie Moretti esordisce ringraziando tutti, in particolare i dirigenti scolastici che hanno accolto favorevolmente il progetto rendendo possibile il colloquio con i ragazzi e poi la distribuzione del questionario. Identificati i bisogni con il coinvolgimento diretto degli studenti, ora bisogna pensare ai servizi per loro, mettendo al centro interessi e richieste.

Le scuole coinvolte sono state 11 (medie e superiori), i questionari avevano 37 item con risposte a scelta multipla (elaborate dopo aver ascoltato nella prima fase i ragazzi) e 2411 sono quelli restituiti.

Interessanti i riscontri, eccone alcuni: i ragazzi riconoscono la fatica di renderli consapevoli, hanno difficoltà a chiedere aiuto ai familiari per timore di ferirli. Passano molto tempo on line, sia per motivi di studio che durante il tempo libero e considerano gli adulti disponibili ma poco raggiungibili. I partecipanti più giovani (11-14 anni) mostrano una propensione a cercare supporto negli adulti, mentre i più grandi (15-19 anni) preferiscono il confronto con i coetanei. Sul tema della sessualità, idealizzano il legame stabile e basato sulla fiducia; hanno incertezza, confusione o distacco nei confronti della propria sessualità e internet rappresenta un terreno ambivalente (spazio esplorativo ma anche veicolo di pressioni e modelli distorti).

I limiti del questionario: si evidenzia la necessità di integrare strumenti quantitativi sui campioni (adolescenza 69%, preadolescenza 31%) e di proseguire con l’approfondimento di alcuni temi. Va poi messo a sistema come strumento di monitoraggio e raccolta rappresentazioni. Fondamentale la prevenzione scolastica e comunitaria, con coinvolgimento degli adulti.

Caminiti, complimentandosi per la qualità del lavoro svolto, ritiene fondamentale approfondire con i ragazzi il rapporto con i genitori. Condivide Moretti: molti interrogativi sono rimasti aperti e sarebbe necessario coinvolgere i familiari: per questo il percorso non può definirsi concluso.

Alternandosi poi a Laura Fasani risponde alle domande dei presenti: d’accordo che andranno approfonditi i comportamenti anche per coloro che escono dalla scuola; su alcuni temi gli insegnanti sono impreparati (es. disturbi alimentari, educazione sessuale). A proposito della sessualità, che sembra interessare poco i ragazzi, l’educazione a scuola sull’argomento non è obbligatoria; in realtà si voleva approfondire l’indagine, ma come primo anno di progetto le scuole non avrebbero accettato, pur riconoscendone l’interesse. Sicuramente gli interventi sul disagio devono prevedere diverse professionalità e sarà necessario identificare strutture adeguate che lo affrontino efficacemente. L’impressione che emerga una gioventù molto chiusa e poco disposta a “gettarsi” nel mondo è, allo stato attuale, prematura, perché mancano numerosi approfondimenti; quasi certamente non si parla di egoismo ma della necessità di relazionarsi a cerchi ristretti.

Al termine interviene Nicoletta Roperto, assessore ai servizi sociali: ritiene fondamentale valorizzare quello che i giovani hanno da trasmettere e mandare loro messaggi positivi, lavorando anche sulle famiglie. Il Comune continuerà a sostenere il progetto.

Gli appuntamenti sono per il 10.4, con la conferenza stampa alla Cooperativa Attivamente (dove ci saranno anche i responsabili di Minotauro per esporre metodi e risultati) e poi la giornata del 20 maggio al Teatro Sociale: la mattina l’accesso sarà riservato ai ragazzi, la sera a genitori, insegnanti, professionisti con l’intervento del professor Alberto Pellai.

Angela Corengia

 

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