Caos - Spazio generativo
09 Ott 2024

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RIUNIONE DEL 9 OTTOBRE 2024


Il progetto sul disagio giovanile, sostenuto per il secondo anno, nelle relazioni di Valerie Moretti e Laura Fasani della Coop. Attivamente


Nell'immagine: Laura Fasani, Daniele Roncoroni, Valerie Moretti, Patrizia Conti, Alfredo Caminiti e Paolo Terruzzi




Prosegue il sostegno al progetto sul disagio giovanile, che quest’anno si concentra soprattutto sui risultati. Valerie Moretti e Laura Fasani della Cooperativa Attivamente si alternano ad illustrarne la genesi e le azioni intraprese lo scorso anno.

Si riparte da qui: dall’esame delle risposte di più di 1.000 ragazzi al questionario sottoposto, sono emersi tutti i problemi che loro hanno ben delineato (tra l’altro definendo CAOS la loro situazione, da qui il nome al progetto); Minotauro sta quindi completando un nuovo questionario per ridistribuirlo ai ragazzi. Uno dei maggiori malesseri segnalati è che non si sentono preparati né accompagnati ad affrontare tutti i temi valoriali e gli stati di disagio che devono affrontare.

Le relatrici illustrano poi il programma degli interventi, partendo dalla somministrazione dei nuovi questionari ad almeno 800 ragazzi delle scuole medie e superiori, procedendo con incontri di formazione sul metodo di studio, grazie al contributo offerto gratuitamente al Centro studi dal dottor De Concini – molto apprezzato dai giovani lo scorso anno - e a sessioni gratuite di Mindfulness presso la Cooperativa Attivamente. Con la supervisione di Minotauro, si procederà all’analisi dei questionari restituiti e la lettura dei dati farà parte di un articolo a valenza scientifica. A maggio ci sarà un evento importante al Teatro Sociale: la mattina i ragazzi dialogheranno con il professor Lancini (che grande successo ha ottenuto lo scorso anno alla serata organizzata al Gallio); la sera sarà dedicata a genitori, insegnanti e professionisti con il professor Alberto Pellai, uno dei massimi psicoterapeuti giovanili.

La conclusione a giugno: è previsto un incontro per l’esame dei dati emersi dallo studio: il workshop vedrà tavoli su diversi temi con tutti coloro che si occupano di giovani (associazioni del territorio, insegnanti, professionisti): l’obiettivo è creare una rete permanente che, come auspica la dottoressa Patrizia Conti, dovrà essere di supporto alla Neuropsichiatria infantile.

Alfredo Caminiti è per il nostro club il referente di progetto e si dice davvero soddisfatto: questo risultato dovrà consentire un monitoraggio costante delle situazioni a rischio e un affiancamento degli adulti che si dovranno occupare di ragazzi con disagio.

Le risposte poi agli interventi dei soci da parte delle rappresentanti di Attivamente: la fascia più a rischio nei giovani è quella preadolescenziale, nella quale si iniziano a manifestare i cambiamenti che possono portare a rischi che poi si manifestano con grandi difficoltà nella tarda adolescenza. Confermano che i 13/14 anni sono i più complicati e devono essere al centro di un’attenzione particolare, lavorando molto sull’aspetto valoriale. Purtroppo, iniziano a manifestarsi necessità di eccellere e di avere risultati performanti senza una comunità di supporto e se questo modello non trova risposte adeguate c’è frustrazione, che va intercettata. I ragazzi non pensano di avere un piano B - se non estremo (dipendenze) - per uscire dal loro disagio e sentono gli adulti lontani. Vanno quindi affiancati per superare le loro paure e per lavorare insieme a un percorso che li supporti. Entrano poi in dettaglio ad analizzare le modalità del progetto e le cause che acuiscono i problemi dei giovani: l’accesso compulsivo ai social, per esempio, crea dipendenze e può trasmettere “valori” negativi, ma non può essere risolto con divieti, una sconfitta degli adulti. Un dialogo continuo (chiedere per esempio “com’è andata oggi in internet?”) mette in evidenza criticità e fa sentire vicinanza. Anche la questione di “genere” deve essere al centro dell’attenzione, intercettando i segnali che fanno ipotizzare problemi.

Conclude la dottoressa Patrizia Conti, direttrice della Neuropsichiatria infantile - partner di progetto: ritiene indispensabile il programma di “prevenzione” del disagio, perché il Sistema sanitario purtroppo lo intercetta quando ormai diventa patologico e necessita di interventi drastici. Creare una rete a supporto degli specialisti – e con la loro supervisione – consente di cogliere i problemi appena accennano a manifestarsi e una serie di progetti a supporto possono sostenere il quadro di contrasto al disagio.

Roncoroni, nel ringraziare tutti e commentare positivamente l’interesse dei soci al progetto, auspica che ci possa essere anche una collaborazione attiva da parte di tutti noi.

Angela Corengia

 

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