"Lezione aperta" in memoria di Franco Bocchietti
02 Feb 2024

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2 FEBBRAIO 2024


Lucio Caracciolo parla di Svizzera e analizza l'attuale situazione geopolitica mondiale

 

Nell'immagine: Mariangela Ferradini, Cesare Baj e Lucio Caracciolo


Secondo appuntamento, per quest’anno rotariano, con le “Lezioni aperte”: ospite il professor Lucio Caracciolo, direttore di Limes. Dopo il saluto di benvenuto della presidente, al relatore e al pubblico che riempie oltre ogni limite la sala conferenze di Camera Commercio, Baj introduce il dottor Caracciolo, ricordando i trent’anni della rivista di geopolitica che ha fondato: “Limes”, confine, e noi siamo gente di confine, aperti a culture di contatto che presentano realtà diverse. Aprire la serata parlando di Svizzera, è quindi argomento di grande interesse.

Esordisce Caracciolo: “la Svizzera è il paese più europeo, anche se non fa parte dell’UE. E’ una potenza nascosta, che non ama esibirsi e che in fondo non conosciamo; è un paese piccolo ma vale molto.”

Ha un valore geo-politico molto ampio, se pur da sempre neutrale; conosce bene le tecniche di negoziazione e si muove, con incontri segreti, anche attraverso la Croce Rossa internazionale. E’ collocata in una zona felice, è inattaccabile e con una tradizione militare che la rende relativamente sicura. E’ una “riserva” per chi si trova in difficoltà, ospita in grande misura popoli e religioni con un grado di assimilazione elevato. Il ricorso frequente al referendum rimanda a una democrazia interessante ma non riproducibile; quello che noi chiamiamo politica in Svizzera è amministrazione, non può essere un modello né si propone come tale.

Perché un numero di Limes dedicato alla Svizzera: appunto perché non la conosciamo per quello che è, uno Stato di peso medio che compete in categorie superiori; il “tappo” Ticino lombardo ne riduce la conoscenza.

Uno sguardo poi alla geo-politica mondiale. Bisogna far riferimento alla “hegemonic transition”, il passaggio – dal 1991 - da una situazione bipolare centrata su USA e URSS; la crisi degli Stati Uniti provoca reazioni in tanti stati (Turchia, Giappone), che non possono essere controllate perché gli Americani hanno problemi in casa. La Cina li potrebbe sostituire, magari con il loro consenso; sull’altro fronte, la Russia, con l’incursione in Europa, ha dimostrato resistenza e solidità ed è la prima potenza nucleare. Poi ci sono potenze emergenti (India, Turchia, Giappone). Quest’ultimo è un paese “coperto”, mantiene una visione concentrata su se stesso con un esercito e un’economia ai vertici; la sua fiducia negli USA va diminuendo.

Il mondo occidentale ha 1/8 della popolazione mondiale, ci dui il 4,5% negli Usa; nel sud del mondo ci sono molti attori con interessi propri e geo-politicamente spinti. L’Italia è il secondo paese europeo per presenza militare USA, l’età media è di 47 anni, l’Europa di 42, l’ Africa di 18. Le proiezioni demografiche rilevano Asia e Africa in crescita esponenziale, tutto questo provoca frizioni tra mondi non omogenei (Italia, Messico). Si cambia attraverso l’immigrazione, da noi estremamente difficoltosa. Non siamo ancora ad una guerra mondiale, perché il conflitto Russa/Ucraina è una vertenza tra i due stati; lo scarso impegno degli USA influisce sul rapporto con la Cina. In Italia stiamo “perdendo la guerra” perché non ci consideriamo in guerra, da tre generazioni siamo in pace e partecipiamo con quel poco che abbiamo, pensando di continuare il lungo periodo di tranquillità. Non ci rendiamo conto del nostro valore oggettivo (la Storia, la bellezza, il fatto di essere un paese centrale per il controllo dei mari che ci ha fato entrare nella NATO).

Il 90% delle merci viaggia per mare, per cui oggi le vere potenze sono quelle che controllano le principali rotte oceaniche, quindi gli Stretti (Panama, Gibilterra, Bab El-Mandeb, Suez e quelli indonesiani e in Giappone) e la rotta artica, in mano ai Russi, unici che hanno una potente flotta di rompighiaccio. rotary_baradello_24_caracciolo_platea

La relazione di Caracciolo continua poi con le risposte alle numerose domande degli intervenuti su argomenti diversi. Particolarmente interessante ed attuale l’analisi del conflitto Israelo-Palestinese, nato in maniera occasionale: Hamas non immaginava ciò che poi è accaduto, lo scopo era catturare prigionieri da scambiare. La reazione di Israele, che ha voluto dare una lezione ai Palestinesi e avanzare in Cisgiordania, ha spiazzato anche Hamas. Il rischio è che la guerra continui per parecchio tempo, perché non ha soluzione. Molti sono poi i temi sollevati, dalle elezioni americane al problema dell’immigrazione, da Taiwan alla Corea del Nord, dalle guerre di religione alla necessità di mettere mano ai sistemi educativi: risposte brevi, chiarisce, per stimolarci a leggere Limes.

In conclusione, Baj informa che si stanno raccogliendo adesioni per un Club Limes a Como.

Angela Corengia

 

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