CIAO ALBERTO! |
30 Gen 2024 | |||
L'ultimo affettuoso saluto a uno dei soci fondatori che ci ha lasciato
Nell'immagine: Alberto Longatti in occasione della consegna della PHF con zaffiro
“Alberto Longatti, gigante della cultura”: così un suo collega de “La Provincia” lo ricorda. E non sono da meno i numerosi attestati di tante figure comasche di rilievo. Per noi era prima di tutto l’Alberto, che - seduto tra noi a tavola - aveva un'opinione su qualsiasi argomento ed ogni volta era una lezione di sapienza e di saggezza, talvolta di critica feroce. Attraverso i suoi racconti, abbiamo conosciuto angoli di Como ormai dimenticati, grandi personaggi cittadini, vicende più o meno “riservate”, pezzi di storia che lui stesso, sornione, talvolta amava definire “leggende”. Gli piaceva molto parlare e lo faceva pacatamente, magari dilungandosi in dettagli peraltro mai superflui; confessava che Carla era la sola che gli facesse capire quando doveva “smettere”. Per noi era l’Alberto, affiancato dalla sua amata Carla. E fu devastato dal dolore quando scomparve, se pur dopo una malattia che a poco a poco l’aveva preparato al distacco. Un dolore che all’inizio gli aveva tolto persino la voglia di parlare e soprattutto di scrivere. Raccontava, ultimamente, che per un certo periodo aveva “litigato” spesso con lei, la notte, perché se n’era andata e non faceva nulla per chiamarlo a sé. Ma in quell’attesa, aveva saputo riprendere la vita in mano per continuare a coltivare i propri interessi culturali e sociali, con le consuete curiosità, vivacità intellettuale e passione per la città. Piace però pensare che la sua Carla, alla fine, l’abbia voluto con sé prima che la vita diventasse per lui complicata: così, improvvisamente, risparmiandogli la perdita di autonomia o di lucidità mentale. Di questo Alberto aveva molta paura. Ciascuno di noi porterà di lui un ricordo personale, ma per tutti è stato l’Alberto che ci ha accompagnato in questo cammino rotariano e non solo, custode di valori e di sapere. Abbiamo fatto in tempo a consegnargli un’altra PHF e qui vogliamo ricordare le motivazioni a cura di Max Mondelli: “Membro fondatore del RC Como Baradello, si è sempre speso senza riserve a favore del Club e dei suoi soci incarnando appieno lo spirito di servizio che denota (o dovrebbe denotare) la nostra associazione. Infaticabile narratore della Storia del nostro territorio, è fra i migliori interpreti del genius loci comense, capace come pochi di curare e mantenere viva la memoria di una città che ha dato tanto al mondo. La sua azione ne fa una figura fondamentale per la Como contemporanea, esempio e guida per tutta la città che lo riconosce ormai da tanti anni come suo autorevole decano. Il massimo riconoscimento rotariano è conferito ad Alberto per l’impegno profuso con passione ed eleganza per la crescita culturale della Città e la divulgazione della sua Storia; per l’incoraggiamento alla serietà, all’impegno disinteressato per la comunità; per la sua intima convinzione che le azioni umane sono al centro del divenire storico e che è responsabilità di ciascuno il benessere collettivo e la cura dei beni comuni. Per averci sempre dimostrato che lo studio e la divulgazione del passato sono strumento e stimolo per comprendere e agire responsabilmente nel presente. “ Ma l’ultima sua immagine, per noi tutti, è quella davanti a un piatto di cazzuola: un desiderio recentissimo – col senno di poi, forse un “ultimo desiderio” - che Daniele ha esaudito! Buona nuova vita, Alberto! AC
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