La storia del calendario
10 Gen 2024

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RIUNIONE DEL 10 GENNAIO 2024

 

La relazione di Cesare Cesare Baj tra astronomia, fede e umane pulsioni

 

Nell'immagine: Cesare Baj con Mariangela Ferradini


Il nostro “amico geniale” Cesare non finisce di stupirci: non solo ha realizzato il calendario 2024 del club, distribuito ai soci, ma ci intrattiene anche sulla sua storia, naturalmente con il consueto taglio scientifico che contraddistingue le sue relazioni, supportate da slide.

Si parte dall’uomo del Paleolitico, che ha percezione solo del giorno e della notte e delle fasi lunari; rappresenta queste ultime attraverso ossa o bastoncini con tacche, di cui si ha traccia in Francia e nel Congo.

Nel Neolitico i gruppi umani sono stanziali, sono dediti all’agricoltura e il punto di riferimento è il sole, con il variare delle stagioni: nascono quindi i primi calendari.

I Sumeri ne adottano uno lunare, con problemi di sincronia rispetto alle stagioni (13 mesi o 12 di 30 giorni con aggiustamenti).

Un calendario di 12 mesi - più uno intercalare deciso per decreto – è introdotto dai Babilonesi, che considerano sia il sole che la luna; l’anno inizia con la primavera. La settimana si basa sui sette pianeti visibili e il sabato (Shabattu) è la festa della luna piena. Questo trasmigra nel calendario ebraico durante la cattività.

Per gli Egiziani, che hanno un’agricoltura avanzata, il primo calendario (4241 a.c.) è condizionato dalla piena del Nilo, evento che si verifica attorno al 20 giugno. L’anno fisso è di 12 mesi di 30 giorni + 5 giorni (epagomeni) ed ogni mese è diviso in 3 decadi; poi Tolomeo III introduce (238 a.c.) un sesto giorno ogni quattro anni. E’ il primo calendario perpetuo.

A Roma, Romolo adotta un anno di 10 mesi (da marzo) e poi Numa Pompilio di 12 mesi. Si inizia ad attribuire nomi che fanno riferimento a divinità (es. Ianuarius – Giano) o particolarità (Februarius – febbri). Ma è con Giulio Cesare – riforma giuliana – che l’anno diventa di 365 giorni + 1 ogni quattro, con inizio a gennaio. Costantino attribuisce ai giorni della settimana i nomi tuttora in uso.

Il calendario islamico fa riferimento alla luna e l’anno è di 354 giorni; è comune alle tre Religioni del Libro (Cristiani/Ebrei, Cristiani/Islam e Islam/Ebrei).

La riforma di Gregorio XIII corregge il calendario giuliano considerando non bisestili gli anni secolari divisibili per 100 (e non quelli divisibili per 400).

Qualche curiosità: l’inizio del giorno per Babilonesi e Romani è l’alba, per Islamici ed Ebrei (e per lunghi periodi Cristiani) è il tramonto. Il mezzogiorno è introdotto dagli astronomi (culminazione superiore del sole), la mezzanotte dal XIV secolo con gli orologi meccanici. Qua e là sopravvivono calendari locali o ricordi di calendari estinti (quello dei Celti, per esempio ed altri).

In conclusione: il calendario attuale non ha l’anno 0 (il suo punto di inizio è in un momento che ha valore solo per una delle culture umane, tra l’altro in una data storica errata, poiché Cristo nacque tra il 2 e il 7 a.c.); presenta una storia dell’umanità che per 2/3 si svolge all’indietro; ha mesi di 28,29,30 e 31 giorni che non sono multipli precisi di una settimana. Inoltre, il primo giorno della settimana non cade per tutti nello stesso giorno e l’anno varia da paese a Paese.

Poteva finire qui, ma Cesare va oltre: propose alle Nazioni Unite, in previsione dell’anno 2000, un calendario per l’umanità retrodatato di 6 millenni, per includere tutte le date storiche o mitiche delle culture umane passate e presenti.

Grazie Cesare, è sempre un piacere ascoltarti!

Angela Corengia

 

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Riunione sospesa per festa nazionale
Inizio: 01.05.2024, 14:00
Luogo: sospeso
La consueta conviviale del mercoledì è sospesa perchè è la festa dei lavoratori

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