Giuliano Collina: "Carmina Burana" |
29 Nov 2023 | |||
RIUNIONE DEL 29 NOVEMBRE 2023
La visita alla mostra allo Spazio Officina del Museo Max di Chiasso
Nell'immagine: Giuliano Collina, Nicoletta Ossana Cavadini e Mariangela Ferradini Trasferta a Chiasso, dove - nello splendido “Spazio Officina” adiacente il M.A.X. Museo - è in corso la mostra di Giuliano Collina “Carmina Burana”. Ad accoglierci la direttrice Nicoletta Ossana Cavadini, che con il critico Roberto Borghi ha curato la mostra. Insieme con Giuliano è lei a guidarci nel percorso davvero straordinario delle opere, che – oltre a comprendere le dieci acqueforti-acquetinte donate da Milly Pozzi – espone anche le fasi preliminari che conducono all’elaborazione della matrice definitiva. Ossana Cavadini ci racconta come sia stata una sfida quella di dare risalto alla cartella grafica di dieci opere in uno spazio di 500 metri quadrati; tuttavia - grazie anche alla collaborazione dell’artista - è stato possibile integrarle con le matrici in rame (due per ogni opera, che fanno parte di un’ulteriore donazione) e con gli stati preparatori, cosa assai rara. E lo spazio, come racconta Giuliano, l’ha stimolato a realizzare per ogni acquaforte anche un grande disegno con tecniche diverse: queste ulteriori dieci opere esaltano il contesto già pregevole e suggestivo. Giuliano ricorda come nacque l’idea di prendere spunto dai Carmina Burana, che -prima di essere l’opera musicale di Carl Orff composta nel ‘900 che tutti conosciamo – è una raccolta di canti medioevali contenuti in un codice miniato del XIII secolo e proveniente da un Abbazia tedesca. All’interno del testo ha cercato, tra i tanti argomenti diversi affrontati, qualcosa che lo attraesse e lo stimolasse a rappresentare: ne è nato uno spaccato di matrice medioevale, vicino però anche alla visione del presente. Ogni opera poi ha avuto una “gestazione” più o meno lunga, con diversi passaggi figurativi (ben testimoniati dalle tavole con le fasi preliminari) prima di arrivare alla rappresentazione definitiva: in questo percorso di sperimentazione, sempre al suo fianco Paolo Aquilini, che da sempre è l’appassionato “stampatore” di Giuliano. Giuliano e Ossana Cavadini ci accompagnano, con i loro interessanti commenti, nel “viaggio” espositivo, per poi cedere la parola a Filippo Galli, che fa invece alcune considerazioni su come le parole dei testi siano state tradotte in immagini, perfezionate - anche con un lavoro di revisione, il più delle volte per sottrazione - per giungere a riconfigurare la materia letteraria secondo dei principi anzitutto cromatici. Alberto Longatti, uno dei critici della mostra, sottolinea il grande spirito creativo, particolarmente felice, nell’interpretazione dei Carmina, qui valorizzato dal processo di elaborazione che porta all’assetto definitivo delle opere. Presente anche Milly Pozzi, che di queste opere è stata la committente perfetta: si è affidata totalmente all’artista che ha potuto lavorare con grande libertà. Una mostra di grande raffinatezza e un’opportunità unica che ci è stata offerta di poterla visitare con guide d’eccezione e come unici visitatori. Angela Corengia
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