Il Gin del Lago di Como |
18 Ott 2023 | |||
RIUNIONE DEL 18 OTTOBRE 2023 Marco Rivolta racconta l'esperienza del RivoGin prodotto sul Lario
Nell'immagine: Marco Rivolta
Marco Rivolta, che è stato anche rotaractiano, è l’ideatore del Gin del lago di Como. Ci racconta come nacque l’idea, nel 2013, da una ridefinizione delle categorie di Gin osservata in Germania, che introdusse un marketing innovativo (bottiglia piccola). Il progetto di ricerca durò due anni e trovò le sue radici sul lago di Como, con un apporto di passione e “amore” (sua definizione) anche familiare: è la mamma, infatti, che ha grande sensibilità per le erbe e ne cura l’impiego con l’aiuto di una specialista in etnobotanica. La raccolta in natura (foraging) richiede lunghe camminate tra i terreni sulle pendici del lago che producono le specie che vengono impiegate (Timo serpillo, Melissa, Santoreggia e molte altre) per caratterizzare il bouquet del Gin. L’etichetta racconta il territorio, oltre a ricordare la famiglia (Rivolta): in Val d’Intelvi è viva la “presenza” delle streghe, pioniere delle pozioni a base di erbe, che hanno ispirato le linee geometriche; le figure astratte riprendono due elementi del territorio, le onde del lago e le montagne. Dopo il gin, viene introdotta la produzione del primo sloe gin italiano (gli inglesi lo introdussero in Italia nel 2017) che viene realizzato con bacche di corniolo esclusivamente nazionale. Dal 2019 viene introdotto Venti, l’amaro italiano realizzato con 20 botaniche diverse certificate, raccolte in 20 regioni, cui segue la versione analcolica. Quest’anno è stato lanciato il Rivo citrus, un’edizione limitata che racconta i sapori agrumati d’Italia. Rivolta, prima di passare alla degustazione finale, risponde ad alcuni quesiti tecnici dei soci e a qualche curiosità: le erbe sono raccolte in Val d’Intelvi, in particolare Erbonne, nei terreni sopra Menaggio e al lago di Piano; la distillazione viene effettuata in Piemonte, così come l’imbottigliamento. Angela Corengia
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