Medico - Paziente: dritto e rovescio della Sanità
25 Gen 2023

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RIUNIONE DEL 25 GENNAIO 2023

 

La relazione di Mario Guidotti e Marco Guggiari

 

Nell'immagine: Mario Guidotti, Cesare Baj e Marco Guggiari


Un’altra fatica editoriale di Mario Guidotti – che ricordiamo socio del RC Como e già primario di Neurologia in Valduce - dopo la pubblicazione di “Vi racconto il Covid a Como”. E’ un lavoro a due mani, con il giornalista Marco Guggiari, che vuole essere un contributo per recuperare il rapporto medico-paziente che con gli anni è andato perduto. Affronta diverse tematiche sulla sanità per un confronto che parte da posizioni diverse (Guggiari è il “paziente” e Guidotti naturalmente il “medico”), con l’idea di lasciare una testimonianza a futuri pazienti e giovani colleghi. La relazione è “a due voci”, alternandosi Guidotti e Guggiari sulle tematiche affrontate.

Un virtuoso rapporto medico-paziente, costruito strada facendo, può portare anche risultati sanitari. Il primo tema affrontato è quindi quello della comunicazione: da un lato il professionista che deve ascoltare e interpretare e dall’altro il paziente che deve sapere cosa spiegare – sette volte su dieci è la moglie che conosce lo stato di salute del marito -, senza pretendere di sapere già la diagnosi e magari persino la cura (cosa frequente).

Un altro capitolo tocca l’attesa e le liste d’attesa in generale. La nostra sanità è in grado di garantire h24 l’assistenza in un pronto soccorso, che è divenuto tuttavia un luogo dove il paziente si reca spesso per avere conforto, umanità, ascolto. Senza alcuna emergenza, quindi con codice verde, questo provoca anche intere giornate d’attesa per un’assistenza che non è più – o solo – sanitaria, ma prevalentemente sociale. L’idea di Guidotti è che una maggior offerta di prestazioni sanitarie genera una richiesta superiore (di visite specialistiche, esami): per contro gli organici sono insufficienti e i budget limitano l’erogazione dei servizi, quindi le liste d’attesa sono lunghissime, anche nel caso di interventi chirurgici. La riforma sanitaria ha introdotto le Case di Comunità per gestire la “bassa intensità” e limitare l’accesso al pronto soccorso, ma non sono ancora a pieno regime per carenza di infermieri e di medici di base. A questo proposito, questi ultimi sono “vittime” dei complicati software che gestiscono la loro attività per interfacciarsi con il sistema sanitario, sottraendo tempo prezioso al rapporto con i pazienti. Le soluzioni ipotizzate da Guidotti sono due: limitare le prestazioni inutili demandandone la programmazione a società scientifiche con supervisione di medici con esperienza manageriale e ripartire dalle università per insegnare metodi di appropriatezza. Soprattutto bisognerà separare poi gli aspetti sanitari da quelli sociali e la figura dell’assistente sociale introdotta nelle case di comunità va in questa direzione. Lo sviluppo della Telemedicina, che è esplosa con il Covid, agevola la comunicazione e fornisce risposte e servizi ai pazienti.

Altro tema rilevante sono le medicine, in particolare l’uso di ricorrere ad “autocura” attraverso integratori alimentari (che secondo Guidotti fanno bene ai farmacisti) o farmaci spesso inadeguati. La miglior cura è un comportamento virtuoso, con un’alimentazione sana, movimento, stimolazioni cognitive e interessi di vario genere. In questo modo si può contrastare anche l’invecchiamento, che è un privilegio perché si ha molto più tempo da dedicare alle proprie passioni.

Il sonno e i sogni sono un altro argomento affrontato: l’insonnia è uno dei problemi più “gettonati”, il paziente la ricollega a stanchezza e mancanza di concentrazione: nel libro sono elencate cose da fare e non fare per affrontare una notte più tranquilla.

Per concludere, un tema molto delicato, quello del “Fine vita”, che affronta l’accanimento terapeutico e l’accompagnamento in un percorso dove il medico è chiamato a rispondere anche alle volontà del paziente. C’è chi vuole tentare cure sino alla fine e chi vuole invece andarsene rapidamente e la sensibilità del medico deve individuare la migliore soluzione - nell’uno o nell’altro caso - e condividerla, con molta prudenza, con il paziente o con la famiglia. Guggiari ricorda di essere stato molto vicino a Stefano Borgonovo, che sino alla fine ha lottato contro la sua malattia con il dvd del Gladiatore sul comodino.

Una precisazione finale: i proventi del libro saranno tutti destinati a beneficenza.

I relatori, che ringraziamo, rispondono poi ai soci. In particolare Guidotti condivide l’osservazione di Agterberg sul fine vita (deve essere il medico di base a dare ai pazienti tutte le informazioni sul fine vita) e ipotizza – per una diffusione capillare di ambulatori di “pronto intervento” - di istituirli presso le Parrocchie.

Angela Corengia

 

 

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Luogo: sospeso
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