Progetto Sorriso nel mondo |
11 Gen 2023 | |||
RIUNIONE DELL’11 GENNAIO 2023 Andrea Di Francesco aggiorna sulle attività di volontariato umanitario nei paesi a basse risorse dopo l'emergenza Covid
Nell'immagine: Andrea Di Francesco con Cesare Baj
Ospitiamo con grande piacere il nostro socio onorario Andrea Di Francesco, che ci aggiorna sul “Progetto sorriso nel mondo”. Ricorda come nacque l’iniziativa: 25 anni fa un gruppo di medici ebbe notizia da Missionari che in Bangladesh i bambini con malformazioni venivano uccisi: fu organizzata una squadra di operatori sanitari professionalmente preparati che, come volontari, iniziarono a praticare in loco la chirurgia malformativa del viso per ridare il sorriso - e quindi una vita - a questa infanzia sfortunata. Dopo il Bangladesh l’attività raggiunse il Guatemala, il Burundi e il Congo. Sono stati operati 7.200 pazienti, con 16.400 ricoveri anche per cure. Gli operatori del Progetto sono vicini ai bambini e alle loro famiglie (vivendo negli ospedali che sono diventati luoghi di gioia) ridando a tutti serenità e speranza di futuro. L’attività è proseguita anche dopo l’11 settembre e si sono verificati solo due grossi problemi: due rapimenti in Bangladesh - finiti bene - e due suore che collaboravano con il progetto uccise in Burundi. Il Covid ha causato una battuta d’arresto, a causa della necessità di rispettare la quarantena. In luglio sono rientrati in Congo 78 operatori sanitari e 23 non sanitari, tutti volontari, riprendendo l’attività. Centinaia di genitori sono tornati in ospedale per i controlli, cosa che non succedeva da tempo. Ora, tramite internet, l’attività del Progetto è conosciuta e, oltre agli interventi e alle cure, ci si occupa anche di educazione sanitaria. La continuità assistenziale agevola anche la crescita culturale e ai pazienti è stata data dignità attraverso la presa in carico da parte del sistema sanitario nazionale. Il valore aggiunto del progetto è l’eco-sostenibilità e un sistema replicabile; tutte le attrezzature possono essere manutenute dai locali. Un’altra attività del Progetto si dedica ai bambini di strada: spesso si mettevano in coda in Ospedale con qualcosa in bocca, simulando una malformazione per avere cibo e assistenza. Da qui l’idea di aprire una casa di accoglienza, con regole precise che comprendono lo studio: la gestione è seguita da due coniugi (il padre è un ex bambino di strada). L’alfabetizzazione è fondamentale, soprattutto quella delle donne. Il Progetto attiva modalità di approvvigionamento attraverso il reperimento dei prodotti in loco e sono state introdotte apparecchiature ecosostenibili (grazie anche ai contributi di un benefattore) per potabilizzatori d’acqua e prodotti disinfettanti. Con collaborazioni di partner importanti (tra questi anche il Festival della Luce tramite Franco Brenna) è stato sviluppato un progetto per il fotovoltaico, che fornisce energia e consente un’adeguata informatizzazione: molti materiali (cavi, pannelli, batterie) sono stati donati. L’impianto funziona da oltre sei anni. La Banca mondiale finanzia i ricoveri dal 2022 al 2024 in Congo. Il Covid ha provocato una selezione sulle associazioni che collaborano con il Progetto; ora sono rimaste le migliori, che continuano ad affiancare l’attività silenziosamente. Andrea risponde quindi ad alcune domande dei presenti. Le malformazioni derivano da difetti genetici, probabilmente sono riconducibili anche a carenza di vitamine (la prevenzione con acido folico riduce notevolmente il rischio). Di per sé l’intervento non è complesso, il chirurgo interviene solo per ripristinare “saldature” mancanti, con risultati incredibili; è fondamentale la preparazione e l’esperienza. I bambini con problemi erano visti in maniera negativa, come colpiti da una maledizione e quindi emarginati: ora si è capovolta la situazione, dopo l’intervento diventano dei miracolati, le cicatrici che restano servono per ricordare. Le malformazioni sono frequenti anche da noi, ma gli interventi ora si effettuano entro i sei mesi. Il Progetto – oltre ad attrezzare gli Ospedali - ha contribuito a creare specialisti e operatori sanitari locali, tanto che ora l’attività è garantita anche in assenza di volontari. Siamo davvero ammirati e riconoscenti ad Andrea, che ringraziamo per l’opera preziosa e per l’entusiasmo con cui porta avanti il Progetto. Angela Corengia
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