I primi cento giorni della nuova Amministrazione comunale |
19 Ott 2022 | |||
RIUNIONE DEL 19 OTTOBRE 2022
La relazione del Sindaco Alessandro Rapinese Nell'immagine: Cesare Baj con Alessandro Rapinese
In ritardo, per una riunione di Giunta, il nuovo sindaco Alessandro Rapinese si presenta per quello che è: un fiume di parole in piena. L’esordio è per rispondere a una curiosità di Baj (come concilia l’autonomia politica con gli appoggi): certo il non avere componenti politiche – spesso frammentate al loro interno – consente di andare diritti agli obiettivi con la massima libertà. Non conosce la provenienza politica dei propri Assessori, che se non porteranno a termine le missioni concordate verranno allontanati. E anche i rapporti con regione Lombardia, principale interlocutore dell’amministrazione comunale, sono ottimi, quindi sotto tutti gli aspetti la situazione è perfetta per lavorare. I primi cento giorni: nessun contatto con il sindaco uscente, segreteria del sindaco (2 addette) insufficiente. I rapporti diretti fanno capo esclusivamente a lui, che si definisce bravo a scegliere i collaboratori giusti. Ha avuto problemi all’insediamento: tre giorni senza dormire, poi superati con l’aiuto di uno psicologo che l’ha convinto che se avesse dato il massimo non ci sarebbe stato motivo per non dormire. I fatti: padiglione ex grossisti a gara; bando per acquisire la proprietà del Politeama con l’obiettivo di ottenere stanziamenti pubblici per riqualificarlo; finanziato l’intero patto Lombardia con variazione di bilancio; introdotto l’educatore di plesso per i disabili nelle scuole; sbloccati progetti per CPI di alcune palestre; allo studio una nuova gestione dei software. Ora tutti concentrati sull’approvazione del bilancio entro dicembre. Si vanta di essere il primo ad entrare in Municipio, per lavorare anche più di dodici ore; ha la massima disponibilità degli assessori e gli uffici lavorano rapidamente. A Capsoni che chiede informazioni sulla Ticosa (che definisce il cimitero degli Amministratori precedenti), replica che l’importante è avere le idee chiare, come suggeriva Alberto Botta che ha molto stimato. Nel 2012 il parcheggio dell’area è stato chiuso e gradatamente la Via Milano alta si è spopolata, con numerosi negozi chiusi, perdita di lavoro e, come unico risultato, un eterogeneo “ripopolamento”. Le domande dei soci si susseguono poi sovrapponendosi e Rapinese cerca di rispondere a tutti, riprendendo in un secondo tempo il tema Ticosa: servirà ripristinare aree di sosta a basso costo, anche per rivitalizzare il quartiere. ATS e Arpa non consentono altro utilizzo edificatorio, per cui si asfalterà isolando la parte bonificata. Sfonda una porta aperta Caminiti, con la sua campagna contro la diffusione dell’alcool (riporta dati recenti del Sert: l’88% dei ragazzi fa uso di alcool e il 10% ha solo dieci anni): l’esperienza personale di Rapinese lo rende particolarmente sensibile al problema, per cui l’obiettivo è in primis la sensibilizzazione sui pericoli dell’alcool, in collaborazione con le associazioni che se ne occupano. In città – per sballo o per noia – l’abuso costituisce un problema serio e l’idea è quella di utilizzare bastone e carota: basta consumo di alcool in strada, anche se con i divieti è più complicato raggiungere risultati; la terapia d’urto avrà dei limiti e sarà sostenuta da progetti culturali. A Capsoni, che incalza sulla gestione del verde, risponde che ha demandato al dirigente che già segue Reti e Strade anche i Giardini e ora sta iniziando a lavorare l’impresa che recentemente si è aggiudicata il bando. A Brenna, consigliere comunale con Rapinese che definisce competente e coraggioso e dal quale ammette di avere imparato molto, chiarisce il programma di Musei e Cultura. Per le strutture servono 10 milioni di investimenti e prioritari sono l’ex chiesa delle Orfanelle – per l’esposizione delle monete – e palazzo Natta per recuperare spazi dedicati allo studio e alla cultura, che immagina dinamica, con rotazione di opere anche in strutture alternative. Longatti considera l’esperienza di Rapinese un caso nazionale: Como ha rinunciato alla politica. Non ha dubbi sulla conoscenza della macchina comunale del neo-sindaco, che siede in consiglio da quasi due decenni, ma chiede se ha una posizione politica e a quale Città mira. La risposta è rapida: è alla guida della Città senza aver mai fatto politica e continuerà così: questo garantisce libertà di azione senza condizionamenti interni. Ha ereditato una situazione complessa, che si è stratificata lungo questi vent’anni di amministrazioni di vario colore: la sua idea di Como è di iniziare a riportarla ad essere una Città normale, risolvendo prima di tutto i problemi quotidiani che talvolta la rendono poco apprezzabile (pulizia, manutenzioni costanti, stabili a norma, sicurezza ecc.). La sfida è importante e Bai, nel ringraziare Rapinese, lo invita a riportarci i risultati tra 300 giorni. Angela Corengia
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