The Code of Universe
21 Set 2022

 

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RIUNIONE DEL 21 SETTEMBRE 2022


L'attività del CERN e i misteri dell'universo nella relazione della professoressa Michela Prest

 

Nell'immagine Cesare Baj con i Fisici Erik Vallazza e Michela Prest


 

Da qualche settimana Piazza Verdi è “animata” da una serie di pannelli che attirano l’attenzione e stimolano curiosità: si tratta del progetto che Fondazione Alessandro Volta, in collaborazione con il CERN di Ginevra, Confindustria e Università degli Studi dell’Insubria, ha realizzato a Como. Un’iniziativa unica per mostrare come il nostro sforzo per comprendere l’universo e il suo funzionamento abbia portato a una serie di nuove scoperte scientifiche e progressi tecnologici. Guide d’eccezione per la nostra visita, Michela Prest, Professore Associato al Dipartimento di Scienze ed Alta tecnologia dell’Università dell’Insubria e il marito, professor Erik Vallazza, Fisico ricercatore dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare.

Michela Prest vuole nascondere la complessità dell’argomento dietro quella che lei giura essere un’esposizione “semplice, per non addetti ai lavori”: solo per la sua passione e l’entusiasmo che ci coinvolgono, riesco a “captare” qualche nozione importante e qualche poetica suggestione. I soci mi perdoneranno, perché credo che forse solo un paio dei presenti abbia compreso a fondo l’interessante relazione (quindi saranno difficilmente in grado di contraddire quello che cerco di riportare fedelmente, grazie anche a qualche approfondimento in internet a a una supervisione della prof).

L’esordio è peraltro semplice e fa ben sperare: l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare, che noi chiamiamo CERN (ma che la prof pronuncia correttamente Sern), nasce nel 1954 ed è il più grande laboratorio del mondo di fisica delle particelle. E’ al confine tra la Francia e la Svizzera, nei pressi di Ginevra, in una zona adatta per impiantarvi un sistema di accelerazione di particelle che, a temperature molto elevate, sono portate a collidere con conseguenti frammentazioni; gli acceleratori, con circonferenze e funzionalità diverse, formano un grande anello e sono installati in un tunnel a 100 metri di profondità. Gli esperimenti in funzione sono attualmente quattro. I protoni, che hanno 13,8 miliardi di anni, girano grazie a magneti superconduttori, gli stessi utilizzati nelle comuni risonanze magnetiche.

Il secondo pannello illustrato ci rimanda alla luce del sole, che ci arriva in circa 8 minuti ma ci mette 100 anni per andare dal centro alla superficie del sole: suggestivo che il raggio di sole che ci colpisce sia partito un secolo fa! Il terzo pannello esaminato ricorda la genesi della fisica delle particelle (1895) che ha letteralmente “ribaltato” la fisica, aiutando a comprendere meglio di cosa è fatto l’universo. Gli atomi, costituiti da un nucleo di particelle cariche positivamente (protoni) e altre prive di carica (neutroni) con intorno particelle di carica negativa (elettroni), sono dei piccoli sistemi planetari. Si prosegue con il “Modello standard”, la teoria fisica che descrive le particelle elementari che costituiscono i “mattoni” del nostro universo: qui compaiono, tra l’altro, i “neutrini”, particelle con una massa molto piccola, praticamente invisibili se non in grandi vasche d’acqua (la prof parla di “poesia dei neutrini” identificabili solo grazie alla luce blu che producono gli elettroni generati dall’interazione del neutrino con l’acqua). E ancora il famoso “Bosone di Higgs”, di cui tanto si è sentito parlare (peraltro con scarsa comprensione), individuato proprio al CERN nel 2012. Nella sostanza però il Modello Standard consente ancora una descrizione incompleta della natura, lasciando aperte numerose domande alle quali  il CERN cercherà di dare risposte.

Si passa poi a “Materia e antimateria”, che si ipotizzavano presenti al Big Bang in proporzioni uguali. Il nostro universo è costituito da materia e gli esperimenti del CERN stanno cercando di capire cosa sia successo all’antimateria.

La parte finale della relazione di Prest è più semplice: parla di “Fisica per la salute” (medicina nucleare, per esempio), di telefonia e world wide web, sistemi che permettono connessioni in tempo reale nel mondo.

Il microfono passa poi al professor Vallazza, che ci espone alcune altre curiosità, legate alla sicurezza, per descrivere come la tecnologia sviluppata nell’ambito della fisica delle particelle abbia cambiato il nostro quotidiano: il sistema di controlli strutturali degli aerei per evitare cedimenti o l’identificazione della causa dei primi jet che esplodevano in volo (finestrini quadrati), o l’utilizzo dei raggi X per rivelare esplosivi sui camion. Un’ultima suggestione anche da parte sua: la sonda Voyager1 – che ha scattato l’ultima fotografia il 14 febbraio 1990 a 6 miliardi di chilometri dalla terra, fuori dal sistema solare – foto nota come “pallido punto blu” -, tra 400 anni sarà nel posto dove nascono le comete ma non potrà più comunicare con la terra.

Davvero straordinaria e di grande simpatia la coppia di Fisici, ringraziata da Cesare Baj che sottolinea l’importanza di destinare fondi alla ricerca. Concorda Prest: il CERN costa molto ma da risposte a tante domande e permette a tutta l’umanità significativi avanzamenti. Ci invita ad andarlo a visitare per capire che un mondo diverso è possibile: alla caffetteria stanno seduti, discutendo amabilmente, rappresentanti di Nazioni da tutto il mondo, anche in conflitto tra loro. La scienza non ha barriere.

Angela Corengia

 

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Luogo: sospeso
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