RIUNIONE DEL 18 MAGGIO 2022

Flavio Mason stimola a riflettere su motivazioni e obiettivi

Nell'immagine: Flavio Mason con Luca Pellegatta

Flavio Mason è un consulente finanziario a 360 gradi (Wealth advisor); gestisce in particolare patrimoni familiari e quindi è abituato a far dialogare tra loro persone anche con interessi diversi. Dobbiamo interpretare, come ci chiede il presidente, tutto ciò che dirà come riferibile al club nell’ottica di migliorare. Mason esordisce sostenendo che la motivazione non è un obiettivo e ci sono diverse strategie per raggiungerlo. Un gruppo deve prima di tutto stabilire la motivazione e solo dopo condividere l’obiettivo e le strategie conseguenti. La cosa importante è il dialogo all’interno del gruppo, soprattutto per definire chi fa cosa. Poi ognuno trae le sue conclusioni e le espone agli altri, segnalandone le criticità per trovare, insieme, i correttivi. Tutto qui: sembra facile e scontato.

Luca ricorda gli anni difficili che abbiamo attraversato, che ci hanno portato a riflettere anche come Rotariani. Secondo lui, Mason ha introdotto una “provocazione costruttiva”: le storie individuali dei soci devono dare un indirizzo al consiglio, sempre tenendo ben salde le linee guida del R.I.

Ponzecchi ritiene che non si debba confondere l’entusiasmo con la motivazione, che può essere data dal leader: questa figura oggi purtroppo manca. Brenna si associa a Ponzecchi, ritenendo “aziendale” il contenuto della relazione. Il Rotary non ha motivazioni, ha perso rigore, autorevolezza, caratteristiche elitarie. I giovani dovrebbero essere motivati sui valori del Rotary, che si stanno perdendo, non concentrati su se stessi.

Mason condivide gli interventi: la motivazione va condivisa all’interno del gruppo, non arriva da sola, tutti ci devono credere.

Roncoroni ritiene che l’iscrizione al Rotary è per motivazione, che poi naturalmente va alimentata con i comportamenti. Mason provocatoriamente replica che in un mondo che attrae, devo adeguare il linguaggio e gli obiettivi ai presunti aderenti, che vanno quindi ingaggiati su una finalità che sia aderente alle loro sensibilità.

Corengia delinea il club Rotariano come un insieme di individualità che hanno, per farne parte, motivazioni diverse: lo spirito d’amicizia, la possibilità di servire, le conviviali settimanali, per alcuni il prestigio ecc. Si delega poi alla leadership la costruzione degli obiettivi, che peraltro sono già definiti nelle linee guida dal R.I.

Mason concorda, ricordando che sono però i soci che scelgono il leader - all’interno del gruppo c’e chi lo è per natura – cui dare deleghe per sviluppare gli obiettivi.

A Ponzecchi, che per esperienza sa che talvolta le motivazioni possono essere negative (interessi, voglia di riscatto ecc.), Mason replica che aver voglia di fare per realizzare se stessi non è in genere amore; si possono raggiungere comunque riconoscimenti, ma senza effetti positivi sul gruppo. Nel caso del Rotary i ritorni non devono essere economici ma di valore; è determinante quindi il “peso” individuale dei soci che comunque fanno un lavoro di squadra, condividendo un obiettivo che va al di là dei propri interessi.

Baj conclude con la citazione di J.F.K… “cosa puoi fare tu”.. per affermare che ciascuno di noi deve pensare prima a cosa può mettere in campo a livello personale, secondo le proprie sensibilità e capacità, per rispondere in maniera concreta al raggiungimento degli obiettivi rotariani, che sono peraltro già ben definiti per macro-aree.

Angela Corengia