Il Museo dell'Alfa Romeo |
07 Mag 2022 | |||
7 MAGGIO 2022
Ad Arese per la visita del Museo storico
Trasferta di un gruppo di soci ad Arese. Viale Alfa Romeo 1, museo Alfa Romeo, esposizione delle … Alfa Romeo che hanno fatto la storia dell’automobilismo, non solo italiano. E totale assenza di alcuni modelli, saggia damnatio memoriae di alcune vetture che hanno rischiato di offuscare ignominiosamente il glorioso marchio del Biscione: ricordate l’Alfa Sud? E l’Arna “e sei subito alfista”? Decisione corretta specialmente per i più giovani fra i visitatori baradelliani: i panni sporchi si lavano (o bruciano) in casa! E così ecco le prime meravigliose Alfa (divenute poi Alfa Romeo); ecco le vetturette da corsa che hanno reso famoso ed invidiato il marchio fra le due guerre; ecco le prime “Alfetta” monoposto di F1, che dopo aver dominato le competizioni internazionali, sono state salvate dalla rapace attenzione delle truppe tedesche e nell’immediato dopoguerra hanno costituito la base della neonata Scuderia Ferrari. E poi le auto sportive che dagli anni ‘60 hanno fatto sognare generazioni di giovani appassionati; ecco la Giulia utilizzata dalle Forze dell’Ordine ed alcuni dei prototipi-concept car, mai entrati in produzione, quali il “Disco Volante” Touring dell’inizio degli anni ‘50 e quali la fantascientifica Carabo di Bertone e l’Iguana, elegantissima creazione di Giorgetto Giugiaro. Auto da sogno che, tuttavia, non hanno provocato lo stupore e la curiosità generati dall’Alfa Bimotore (2 motori da 3.165 cc. ciascuno!!) che, benché sostanzialmente inguidabile, raggiungeva la notevole velocità di 325 Km/h!! Ma lo stupore è salito al massimo livello incontrando la indescrivibile Alfa 40/60 Aerodinamica, un prototipo del 1914 (quella esposta è una replica fedele) realizzata dalla Carrozzeria Castagna: una enorme supposta (o un proiettile) non verniciata che raggiungeva la velocità di 125 Km/h!! Oblò laterali, motore all’interno dell’abitacolo, nessuna insonorizzazione … un vero incubo, ma un fascino indiscutibile … Ci sarebbe ancora tanto da raccontare ma, come sempre, gli eventi rotariani si concludono con le gambe sotto il tavolo, nel ristorante del museo, bello, pulito, funzionale come tutta la struttura museale posta a soli 30/40 minuti dalla nostra città ed ignorata dai più. Ottima, quindi, la scelta dei pochi partecipanti all’evento, che hanno ben impiegato poche ore di un sabato qualunque ed un plauso incondizionato alle più giovani partecipanti del gruppo (le figlie di Luca P.) che, come sempre, hanno mostrato interesse, pazienza e allegria. Enzo Pomentale
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