RIUNIONE DEL 17 NOVEMBRE 2021

Networking nella relazione di Gianfrando Minutolo

Nell'immagine: Gianfranco Minutolo con Luca Pellegatta

Per capire le dinamiche in continua evoluzione, il presidente ha invitato un relatore che di Network si occupa, dopo esperienze manageriali e professionali (è dottore commercialista), perchè ha fondato un’azienda di consulenze per l’efficientamento dei processi aziendali.

Minutolo esordisce affermando che ogni giorno noi impieghiamo il nostro tempo per conoscere le persone e creare relazioni efficaci. Nel 91 nasce internet e sino ad allora i cambiamenti erano lineari, comprensibili e pianificabili. Poi sono diventati esponenziali: oggi i software ci danno risposte sul futuro, mestieri e professioni saranno gestiti da robot, impiegati come forza lavoro con conseguente riduzione di personale da parte delle aziende. E’ tutto temporaneo, con cambiamenti veloci e talvolta radicali. Ricerche condotte su naufraghi hanno dimostrato che la salvezza è dipesa dalla capacità di cambiamento e di comprensione del contesto; da qui la necessità di una gestione equilibrata di competenze tecniche e abilità che consentano di creare relazioni, come l’ascolto attivo, il saper comunicare e lavorare in un team. Il “networking”, che consiste nel creare una rete di contatti, è un’attività che va svolta con costanza e deve produrre opportunità e benefici reciproci. La rete deve poi essere “curata” quotidianamente (parallelo con il contadino) e con responsabilità, anche se non si hanno bisogni immediati; i contatti poi vanno selezionati. Bisogna sapersi mettere in discussione, prendere consapevolezza dei punti deboli per cambiare dall’interno. Lo sforzo è quello di restare “rilevanti” nel tempo e per far questo bisogna mantenersi allenati a comprendere il contesto, fermandosi ad analizzare i mutamenti. L’attività relazionale richiede una programmazione quotidiana, va costruita una rete basata sulla fiducia reciproca che affina nel tempo i rapporti.

L’esposizione è veloce e sicura. A Roncoroni, che fa osservare alcune criticità della voglia di cambiamento del Rotary, Minutolo risponde che le relazioni sono reti di salvataggio dove gli americani sono i migliori, avendo una capacità di rapportarsi “allargata”: noi tendiamo ad approfondire maggiormente, riducendo quindi le possibilità di trasformazione. Ponzecchi replica che è difficile avere relazioni se manca la cultura e Minutolo è d’accordo. Bisogna tuttavia porre attenzione ai preconcetti, che cadranno se siamo disposti ad adattarci al cambiamento. Siamo timorosi degli altri, ma destinati a vivere in un mondo complesso con cui è necessario confrontarci. Per i giovani è diverso, le regole d’ingaggio cambiano e Luca Marchesi, chiamato in causa anche se ritiene di non essere più così giovane, è dell’idea che sia comunque fondamentale avere conoscenze tecniche, con la voglia di imparare qualcosa ogni giorno, anche attraverso il rapporto con gli altri. Condivide il pensiero Minutolo: “networking” non è una scappatoia, ma un’attività quotidiana di “manutenzione” della rete delle relazioni. Che non esclude tuttavia una solida base di competenze, il tenersi informati su ciò che succede, leggere molto, fare quello che piace e soprattutto essere aperti ai cambiamenti.

Angela Corengia