La violenza sulle donne ai tempi del Covid 19 |
17 Mar 2021 | |||
RIUNIONE DEL 17 MARZO 2021
La relazione delle psicologhe Mitia Rendinello e Gabriela Scaduto
Due note psicologhe – Mitia Rendinello che lavora nel noto centro pubblico antiviolenza della Clinica Mangiagalli di Milano e Gabriela Scaduto, fondatrice di ReDiPsi (reti di psicologi per i diritti umani) - affrontano un tema quanto mai attuale, in quanto esacerbato dal lockdown imposto dalla pandemia in atto. Il centro antiviolenza della Clinica Mangiagalli, riferisce la dott.ssa Rendinello, è un polo antiviolenza a cui si fa riferimento per tutti i tipi di violenza e su tuttI i generi: donne soprattutto, ma anche bambini e uomini. Esistono diversi tipi di violenza, come riconosciuto dalla Legge: - la violenza fisica innanzitutto. Va ricordato che per definirla è necessario che sia reiterata nel tempo e non sia un episodio isolato; - la violenza psicologica: è la forma più difficile da riconoscere in quanto è volta a controllare la volontà dell’altro; - la violenza economica: alla donna, anche produttrice di reddito, viene impedita la libertà economica; - la violenza sessuale, che avviene nel contesto di una relazione affettiva; - lo “Stalking”, violenza caratterizzata da tutta una serie di comportamenti messi in atto per controllare la vittima; - infine, il “Revenge Porn”, violenza riconosciuta come reato solo di recente. Consiste nella divulgazione di immagini a sfondo sessuale senza il consenso del soggetto che riproduce. Gravi sono i danni che questo tipo di violenza causa nella vittima. In questo periodo pandemico, anche se si stanno ancora raccogliendo dati, pare che ci sia un aumento di tutte le violenze: molto preoccupante è l’incremento di quelle sui minori, dovuto al fatto che sono in questo periodo più spesso in casa. La dottoressa Scaduto ha quindi presentato l’Associazione di cui è parte importante insieme alla dottoressa Rendinello: si sta lavorando sulla prevenzione e sull’informazione sulle violenze, in modo da creare una rete di protezione contro questi reati. In particolare si stanno occupando della “violenza assistita” cioè di chi (in prevalenza minori) assiste alle violenze perpetrate alla propria madre. E’ un evento drammatico per un bambino/minore, tale da apportare importanti conseguenze sulla sua crescita: la violenza assistita è un maltrattamento psicologico grave e purtroppo spesso non riconosciuto. Nuovi provvedimenti legislativi prevedono la costituzione del minore come parte civile. Aiutare le persone vittime di violenza richiede un approccio multi professionale ma soprattutto si deve fare rete per aiutare. E’ necessario coinvolgere, in tema di sensibilizzazione, oltre che gli adulti anche i bambini, che sono spesso i diretti interessati: bisogna entrare nelle scuole, spiegare ai bambini, nel loro linguaggio, cos’è la violenza assistita e quali sono i diritti che loro hanno. E’ importante entrare anche negli ambulatori pediatrici con brochure sull’argomento. In conclusione, è comunque fondamentale che la vittima di una violenza prenda coscienza di esserlo, così da poter far emergere la grave e triste situazione in cui si è venuta a trovare. Mariangela Ferradini
|