Il futuro del Teatro Politeama
10 Feb 2021

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RIUNIONE DEL 10 FEBBRAIO 2021


La relazione del liquidatore Francesco Nessi sul progetto in corso

 

Nell'immagine: Marco Fumgalli, Roberta Di Febo, Francesco Nessi e Adriano Caldara

 


Si torna in presenza al Barchetta, con possibilità di collegamento da remoto.

La presidente inizia oggi una carrellata sullo stato della cultura a Como, partendo da un annoso tema che chiede una soluzione: la riqualificazione del Teatro Politeama.

Interviene l’assessore alle Società partecipate dottor Adriano Caldara, ribadendo quanto l’Amministrazione sia vicina al Politeama e si stia adoperando per un percorso di rinascita da cui non arretrerà. Cede quindi la parola al dottor Francesco Nessi, liquidatore della Società Polteama e socio Lions, che ricorda un’iniziativa del Como Host del 2008 che sosteneva un progetto di Conservatorio e Polimi con un contributo del ministero dell’Università. L’Amministrazione di allora non accettò la proposta. Si è candidato al complicato incarico di liquidatore perché conosce in dettaglio la situazione del Politeama e ne considera una sfida la soluzione. Non nasconde le difficoltà: il 18% delle quote è di proprietà privata (il resto è in capo al Comune), l’ipotesi di vendita si scontra – oltre che con un mercato pressochè inesistente – con vincoli di destinazione (fini culturali) e della Sovrintendenza dei Beni architettonici, che imporrà rigide regole per la riqualificazione. Per due anni ha comunque esperito tentativi di alienazione, partendo da una perizia – del 2011 - di 4,5 milioni di euro: malgrado la possibilità di inserire usi diversi non si sono avute offerte. Il Politeama è stato costruito nel 1910 ma la sua struttura è ancora attuale e offre un utilizzo polivalente, non in concorrenza con il Teatro Sociale. Il degrado ne ha poi ridotto nel tempo ulteriormente il valore, tanto che un’ulteriore perizia offerta dagli ordini professionali si è attestata su 2,250 milioni, cifra modesta se si considera la volumetria utilizzabile. Da sottolineare un particolare importante: se crollasse il fabbricato, cadrebbero i vincoli. Alcuni tentativi andati a vuoto (gli ordini professionali per un centro congressi – oggi più che mai inutile – o il recupero del progetto del Conservatorio, che non ha più la disponibilità dei fondi ministeriali), l’hanno convinto a intraprendere una strada diversa, proponendo al Sindaco – che naturalmente ha accettato - un’ipotesi di riqualificazione e gestione che veda una cordata di soggetti a diverso titolo interessati. Con l’aiuto di Marco Fumagalli, consulente di progettazioni e reperimento risorse, ha studiato un percorso che unisce bisogni e interessi, sia per la riqualificazione che per la gestione. Il timore è il costante degrado, anche se la struttura è di cemento armato; le poche risorse che derivano dall’affitto dei posti auto sono insufficienti a far fronte alle manutenzioni: da qui l’idea di vendere gli spazi pubblicitari realizzabili sulle impalcature.

La parola a Fumagalli, che si occupa di valorizzazioni del patrimonio culturale con apertura a bandi europei. Ha praticamente riprodotto l’esperienza acquisita nel recupero del Cinema Astra, per il quale ha già ottenuto i 2/3 delle risorse necessarie appunto da bandi e ha aperto alla Città il finanziamento dei residui 75.000 euro. Risposta lusinghiera (900 donatori in 50 giorni per 90.000 euro) e appoggio di Confindustria e Associazioni di categoria, oltre alla disponibilità di molti professionisti, che hanno garantito un anno di lavoro gratuito: il “capitale umano” e i partner sono il valore aggiunto per l’accoglimento della domanda di finanziamento, perché da rilievo alla Comunità di riferimento. Il percorso ha identificato 24 soggetti disponibili ad affiancare il Pubblico per la definizione dell’idea progettuale e entro fine mese il tavolo inizierà a lavorare. La politica ha un ruolo sussidiario e l’operazione è per trasparenza riportata nel sito.

Alcuni soci intervengono per complimentarsi con quanto Nessi sta facendo ed è lo stesso a chiudere ricordando che la bontà dell’iniziativa è che si può produrre entro un periodo breve (un anno) il progetto di massima; nel frattempo si metterà mano alle manutenzioni necessarie per conservare al meglio la struttura.

Siamo davvero tutti fiduciosi e ringraziamo l’amico Francesco Nessi per l’impegno e la passione.

Angela Corengia

 

 

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