Il futuro dell'economia lariana
16 Set 2020

 

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RIUNIONE DEL 16 SETTEMBRE 2020


La relazione di Antonello Regazzoni di Confindustria Como e il saluto al Prefetto uscente Ignazio Coccia


Nell'immagine: Antonello Regazzoni, Roberta Di Febo e Ignazio Coccia



Tema difficile per il direttore di Confindustria Como, che esordisce affermando che ci vorrebbe una sfera di cristallo. Infatti la situazione economica è del tutto nuova, non ha precedenti simili e l’impatto della chiusura, decretata il 22 marzo, è stato devastante. Rapidamente è stata istituita una task-force con tutti i Responsabili sicurezza e prevenzione delle Imprese, un virologo e un medico per tener monitorata la situazione. La maggior parte delle Imprese ha dovuto sospendere l’attività; circa il 25% - attività indispensabili - ha continuato a produrre e molte (circa 2000) hanno ottenuto la deroga dalla Prefettura, dopo che la task-force – in sinergia con gli Enti istituzionali e gli ospedali - ha elaborato un protocollo per lavorare in sicurezza. Lo smart-working, inizialmente molto utilizzato, ormai non è più così frequente. L’impatto è stato ancora più determinante perché ha interessato l’economia mondiale, tutti i mercati hanno registrato un blocco della crescita e solo ora si avvertono modesti segnali di ripresa, ma non ovunque. L’economia comasca nel complesso ha fatto registrare un calo del 22,4%, con picchi nei settori tessile e turismo. Le previsioni non sono ottimistiche, soprattutto pensando a un riacutizzarsi della pandemia con il freddo. Rispetto a marzo, abbiamo il vantaggio di avere già protocolli disponibili per poter continuare a lavorare in sicurezza, ma con commesse ridotte e mancanza di liquidità sarà molto complicato affrontare un ulteriore periodo di crisi.

Regazzoni risponde poi ai soci, precisando che quasi tutte le aziende hanno riaperto (ad eccezione di qualche albergo), anche se molte in maniera ridotta; le misure di sostegno introdotte, in particolare la CIG e il blocco dei licenziamenti, creano una situazione “drogata” che non potrà essere mantenuta a lungo. Sotto il profilo di un necessario rafforzamento del welfare, immaginando gli effetti della crisi su un lungo periodo, Regazzoni concorda sulla necessità di programmare azioni a sostegno delle forze lavoro più penalizzate e in tal senso si sta ragionando con i sindacati: uno dei progetti ipotizzati è il “fondo solidarietà”: raddoppio – da parte delle aziende – delle ore di lavoro donate dai dipendenti. La parola passa quindi al Prefetto dottor Coccia, che a breve concluderà con il pensionamento la sua esperienza a Como. Questo complicato periodo, che ha avuto ed avrà conseguenze molto gravi, ha fatto registrare forti legami tra Sindaci, Istituzioni e strutture sanitarie: sono state messe in campo senza clamore soluzioni che a livello centrale non sarebbero state adottate, perché le peculiarità di Como non sono conosciute. Se la situazione sanitaria sembra dare una tregua, non altrettanto quella economico-sociale, che va ipotizzata su un lungo periodo perché i sussidi cesseranno. Bisognerà adottare visioni diverse per la soluzione dei problemi, perché la situazione è completamente nuova e interessa non solo noi: sarà necessario un grande lavoro di squadra, a tutti i livelli. Già ora si registrano sperequazioni tra i dipendenti pubblici – cui è comunque garantito il lavoro – e quelli privati, che temono di perdere il reddito: su questo fronte bisognerà intervenire con un grande gioco di squadra e azioni straordinarie, per evitare il collasso sociale.

Ricorda che la conviviale al Baradello, due anni fa, è stata il primo contatto con la Città, dove ha vissuto bene ed ha lavorato, secondo il suo stile, senza esporsi, nella convinzione che i problemi vadano risolti senza clamore. E’ stata posta attenzione al problema sicurezza, anche con strumenti di interventi regionali per la prevenzione dei reati predatori. Soddisfatto del raffronto 2016/2019, con una riduzione di questi ultimi del 30%, ma bisogna continuare su questa linea, facendo rivivere le periferie e tutti quei luoghi dove è carente la vita sociale. Purtroppo le infiltrazioni mafiose sono ben presenti anche con il Covid, andando a drenare i sussidi e le misure di sostegno e aiutando le aziende in difficoltà per poi fagocitarle.

Il suo, alla fine, sembra essere un arrivederci, perché gli piacerebbe passare qualche anno a Como: ce lo auguriamo e comunque lo ringraziamo per il suo impegno e la disponibilità che ha sempre dimostrato.

Angela Corengia

 

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